Governo, i comaschi tra rabbia e delusione: «Stanchi dei politici»

I commenti Prevale lo scetticismo dopo l’addio a Draghi: «Ora non vedo nessuno capace di rappresentarmi» e «Partiti sempre più distanti dalle esigenze dei cittadini»

Disorientati, disillusi, arrabbiati: non bastano gli aggettivi per descrivere lo stato d’animo dei comaschi in una giornata, come quella di ieri, che è iniziata sulle ceneri ancora calde del governo Draghi. In città sono molti quelli che non vogliono condividere la propria opinione o che più semplicemente allargano le braccia e con un sorriso amaro riportano il dato di fatto e aggiungono: «Cos’altro ci si poteva aspettare?».

A essere stanchi della classe politica che nelle scorse ore è stata al centro del discorso pubblico sono soprattutto i giovani, come Embre Yildiz, di Rebbio, che dopo una laurea in sociologia oggi lavora nell’area di Como, col padre, come muratore: «Non mi sento rappresentato, questa è la verità, e prima di parlare di crisi politica o di crisi economica, io credo sia il momento di affrontarne una che è ben più grave, quella sociale».

Punti di vista

L’idea che le forze in campo oggi non abbiano voci capaci di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni è anche di Margherita Balestrini, ex rappresentante Uds e oggi militante di Como Pride e Fridays for future. «Serve - nelle sue parole - una forza popolare, perché altrimenti il sentimento di disorientamento e alienazione continuerà a dilagare. Manca un contatto vero tra i cittadini e la politica, mancano gli strumenti democratici per attuarlo». Il tutto in una situazione che per entrambi i giovani comaschi è quanto mai difficile, sia da un punto di vista locale che globale, e richiede soluzioni di ampio respiro.

Ma lungi dall’essere un’opinione isolata tra i più giovani, quella che la crisi di governo sia giunta nel bel mezzo della tempesta perfetta è un’idea diffusa. E nonostante la delusione per un governo che in fondo per molti «sarebbe potuto andare avanti», nei fatti l’aria che si respira è che la politica non sieda più allo stesso tavolo dei cittadini. «Parlo da commerciante - dice Fausto Ballan, proprietario di Fase Lab in piazza San Fedele - e anche se è vero che Draghi ha rappresentato una bandiera tranquillizzante per l’Italia, abbiamo bisogno di più sostegno di quello che questo governo ci ha dimostrato».

Forze politiche nuove, ma anche forze politiche giovani: queste le richieste che emergono ascoltando l’opinione dei comaschi. «Abbiamo bisogno che siano i giovani a tirarsi fuori, perché sembra che nessuno dei politici attuali sia abbastanza forte e convincente - si lamenta Vincenzo Flocco - e i tempi della politica capace di dare voce ai valori dei cittadini mancano sempre di più».

Bocciati i Cinque Stelle: la delusione di alcuni comaschi

Diversi, tra i comaschi che abbiamo intervistato, proprio in quest’ottica, alle ultime elezioni avevano dato la fiducia al Movimento Cinque Stelle. Ma ieri la delusione nei confronti dei pentastellati è emersa con forza. Un fermo immagine disilluso di chi ha voluto tentare la novità e si è scoperto ancora una volta impotente di fronte al magma difficilmente comprensibile della politica di palazzo.

Non manca anche chi avrebbe voluto un Draghi bis, come Fabio Mariani: «Draghi rappresenta l’immagine di uno che sa fare il proprio mestiere, ha credibilità in Europa ed è competente, ora ci vuole qualcuno che ne sappia almeno quanto lui». A preoccupare molti è il fatto che i punti di riferimento manchino e che in autunno si rischierà di essere, se possibile, ancora più spaesati di prima.

«Lo tsunami arriva adesso - secondo Gianrico Lanzatella - e forse non è un caso che nessuno abbia voluto prendersi la responsabilità di affrontare i prossimi mesi». La resa dei conti delle elezioni, in poche parole, per molti rischia di essere solo un altro flop.

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