Cronaca / Como città
Sabato 04 Gennaio 2020
«Hai investito mio figlio
Non scordare il suo sorriso»
Lettera della mamma di Gaetano all’automobilista che a ottobre lo ha investito a Rebbio ed è fuggito
Como
Una lettera scritta tutta in maiuscolo, con penna nera, su un foglio a quadretti. Una lettera aperta, indirizzata da una madre alla persona che, il 20 ottobre, ha investito e ucciso suo figlio, senza fermarsi a prestargli soccorso. Una lettera accorata per tornare a chiedere al pirata della strada: «Se puoi, chiamami».
La lettera
L’autrice della lettera è Stefania Banfi, la madre di Gaetano, il giovane di 22 anni trovato morto sulla rampa che da via Paoli scende verso il forno inceneritore.
«Tu, che all’alba di domenica 20 ottobre hai investito e ucciso il mio Gaetano Banfi. In un attimo la mia vita, quella dei miei famigliari e di tutte le persone che hanno amato mio figlio, è stata cambiata, stravolta....» si legge nella lettera.
«L’unica cosa bella che avevo fatto in tutta la mia vita, mi è stata rubata in poche ore. Non ho neanche potuto dirgli addio, dirgli “cuore mio, non avere paura, chiudi gli occhi e riposa. Tranquillo, è tutto ok”. Ora arrivano le feste. Dovrebbero essere giorni di allegria, ma non per me, non per i miei cari, non per tutte le persone che hanno amato Gaetano. Comunque lo so, è pazzia, ma io - prosegue la donna sempre rivolta all’investitore - ti auguro di trascorrere insieme alla tua famiglia un buon Natale e buone feste. Però non dimenticare mai, che per colpa tua un angelo di 22 anni è volato in cielo. Voglio che tu non dimentichi mai il suo meraviglioso viso e il suo splendido sorriso. Ti saluto. La mamma di Banfi Gaetano. Grazie e se puoi chiamami» conclude prima di firmare e di aggiungere il numero di cellulare per essere contattata.
Non è la prima volta che la donna lancia un appello verso la persona che, ormai due mesi e mezzo fa, ha travolto Gaetano. L’incidente è avvenuto in una zona particolarmente buia, una rampa senza marciapiede, con una curva cieca, che dalla zona del Driver scende da via Paoli verso via Clemente XIII. Alle quattro e mezza di domenica mattina un’auto lo ha investito. Gaetano è morto praticamente sul colpo. A chiamare i soccorsi è stato, almeno una decina di minuti dopo l’investimento secondo quanto è stato possibile ricostruire, un automobilista che ha riferito di essersi ritrovato davanti il corpo del giovane steso a terra.
L’inchiesta
Gli agenti della squadra mobile della polizia hanno preso subito a cuore l’inchiesta per individuare l’automobilista pirata. I sospetti si erano incentrati su un’auto che è stata vista, grazie alle telecamere piazzate nelle vicinanze, passare due volte da quel punto dopo il verosimile investimento del giovane.
Gaetano, 22 anni, viveva a Rebbio assieme alla mamma. La donna, da quel mattino, ha lanciato numerosi appelli: ha chiesto - proponendosi anche di finanziare l’intervento - di intervenire per l’illuminazione della strada e ha più volte domandato all’investitore (o all’investitrice) di contattarla. Anche solo per chiedere scusa per non essersi fermato ad aiutare Gaetano, rimasto a terra dopo l’investimento, con una profonda ferita alla testa. Ora la speranza è che il nome dell’investitore sia scoperto dalla polizia.
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