Cronaca / Como città
Giovedì 19 Settembre 2024
«Hospice dimezzato per un ascensore? Gravissimo»
Il caso Timori dopo la notizia dello stop ai letti al primo piano, per il guasto. Federazione cure palliative: «I posti servono». Accanto onlus: «Fare presto»
Senza gli hospice «vanno in sovraccarico ospedali e Pronto soccorso». Secondo Luca Moroni, coordinatore regionale della Federazione cure palliative, gli hospice lombardi dovrebbero fornire assistenza a circa il doppio delle famiglie a cui oggi riescono a dare una risposta. Come noto l’hospice San Martino è stato salvato a luglio dall’Asst Lariana e dalla Ats Insubria, dopo che il precedente gestore esterno con poco preavviso ha abbandonato il servizio. Solo che con l’ascensore fuori uso già prima del passaggio di testimone i cinque letti al primo piano (su un totale di dieci nella struttura) sono rimasti vuoti per tutta l’estate e il problema non è ancora stato risolto.
Una rete già ridotta
«È grave, è la metà dei letti a disposizione dell’hospice di Como – dice Moroni – Siamo stati felici questa estate del salvataggio del centro da parte degli enti sanitari. In fretta si sono fatti carico di un servizio di fatto strutturalmente in perdita. È però paradossale che passino i mesi senza risolvere un problema tecnico legato a un ascensore. Senza le cure palliative, nei centri e a domicilio, ai pazienti in condizioni critiche non restano alternative. Accedono in maniera inappropriata negli ospedali e nei Pronto soccorso, in maniera spesso molto frequente. Così va in sovraccarico la rete sanitaria, aumentano i costi e l’occupazione dei letti per acuti».
Fino allo scorso decennio, spiegano dalla commissione Uneba che rappresenta gli enti no profit che gestiscono case per anziani e cure pallative, i nostri servizi per il fine vita erano in forte espansione, erano considerati un modello. Dal 2010 invece le tariffe riconosciute per i letti degli hospice sono rimaste quasi bloccate, gli scatti sono arrivati circa al 6% contro però un’inflazione vicina al 35%. Per molti attori c’è un problema di sostenibilità. «C’è un rischio chiusura, solo di recente scongiurata a Como – dice ancora Moroni – oppure una contrazione dell’offerta. Dall’altra parte invece anche a causa dell’invecchiamento della popolazione cresce la domanda di assistenza nel delicato passaggio del fine vita. Le rete lombarda oggi assiste tra domicilio e hospice 30mila pazienti l’anno, ma siamo più o meno alla metà del fabbisogno reale. Grazie al Pnrr qualche investimento per le cure a casa è arrivato, i tradizionali posti letto però sono stati dimenticati».
L’associazione
La speranza è che l’Asst Lariana ripari in fretta l’ascensore. «Posso dire che sull’Hospice San Martino abbiamo fatto del nostro meglio – commenta Gisella Introzzi, presidente della onlus Accanto che sostiene il centro per le cure palliative – è stato importante riuscire a dare continuità al servizio dopo la fuoriuscita improvvisa del gestore esterno, grazie all’Asst Lariana e all’Ats Insubria. Certo dobbiamo darci da fare perché la situazione migliori con una collaborazione sempre più stretta. È ormai urgente la riparazione dell’ascensore così da poter rendere fruibile il primo piano. Il servizio per le cure palliative, nel San Martino come pure a domicilio, è molto apprezzato dai pazienti e dai familiari che si trovano ad accompagnare i loro cari in un momento delicato».
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