«Hospice dimezzato per un ascensore? Gravissimo»

Il caso Timori dopo la notizia dello stop ai letti al primo piano, per il guasto. Federazione cure palliative: «I posti servono». Accanto onlus: «Fare presto»

Senza gli hospice «vanno in sovraccarico ospedali e Pronto soccorso». Secondo Luca Moroni, coordinatore regionale della Federazione cure palliative, gli hospice lombardi dovrebbero fornire assistenza a circa il doppio delle famiglie a cui oggi riescono a dare una risposta. Come noto l’hospice San Martino è stato salvato a luglio dall’Asst Lariana e dalla Ats Insubria, dopo che il precedente gestore esterno con poco preavviso ha abbandonato il servizio. Solo che con l’ascensore fuori uso già prima del passaggio di testimone i cinque letti al primo piano (su un totale di dieci nella struttura) sono rimasti vuoti per tutta l’estate e il problema non è ancora stato risolto.

Una rete già ridotta

«È grave, è la metà dei letti a disposizione dell’hospice di Como – dice Moroni – Siamo stati felici questa estate del salvataggio del centro da parte degli enti sanitari. In fretta si sono fatti carico di un servizio di fatto strutturalmente in perdita. È però paradossale che passino i mesi senza risolvere un problema tecnico legato a un ascensore. Senza le cure palliative, nei centri e a domicilio, ai pazienti in condizioni critiche non restano alternative. Accedono in maniera inappropriata negli ospedali e nei Pronto soccorso, in maniera spesso molto frequente. Così va in sovraccarico la rete sanitaria, aumentano i costi e l’occupazione dei letti per acuti».

Fino allo scorso decennio, spiegano dalla commissione Uneba che rappresenta gli enti no profit che gestiscono case per anziani e cure pallative, i nostri servizi per il fine vita erano in forte espansione, erano considerati un modello. Dal 2010 invece le tariffe riconosciute per i letti degli hospice sono rimaste quasi bloccate, gli scatti sono arrivati circa al 6% contro però un’inflazione vicina al 35%. Per molti attori c’è un problema di sostenibilità. «C’è un rischio chiusura, solo di recente scongiurata a Como – dice ancora Moroni – oppure una contrazione dell’offerta. Dall’altra parte invece anche a causa dell’invecchiamento della popolazione cresce la domanda di assistenza nel delicato passaggio del fine vita. Le rete lombarda oggi assiste tra domicilio e hospice 30mila pazienti l’anno, ma siamo più o meno alla metà del fabbisogno reale. Grazie al Pnrr qualche investimento per le cure a casa è arrivato, i tradizionali posti letto però sono stati dimenticati».

L’associazione

La speranza è che l’Asst Lariana ripari in fretta l’ascensore. «Posso dire che sull’Hospice San Martino abbiamo fatto del nostro meglio – commenta Gisella Introzzi, presidente della onlus Accanto che sostiene il centro per le cure palliative – è stato importante riuscire a dare continuità al servizio dopo la fuoriuscita improvvisa del gestore esterno, grazie all’Asst Lariana e all’Ats Insubria. Certo dobbiamo darci da fare perché la situazione migliori con una collaborazione sempre più stretta. È ormai urgente la riparazione dell’ascensore così da poter rendere fruibile il primo piano. Il servizio per le cure palliative, nel San Martino come pure a domicilio, è molto apprezzato dai pazienti e dai familiari che si trovano ad accompagnare i loro cari in un momento delicato».

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