I dati fiscali del convivente svelati: da Como un colpo alla Cartabia

Tribunale Caso nazionale il provvedimento in una causa di separazione - La decisione del Garante della privacy può ridefinire i termini della riforma

Como

Qualunque sarà, la decisione del Garante della privacy sul ricorso presentato da un giornalista-carabiniere, i cui dati fiscali e tributari sono finiti negli atti di un processo di separazione tra la sua attuale fidanzata e il suo ex marito, è destinata a costituire un precedente. E, in teoria, potrebbe anche dare un colpo di assestamento a una parte della riforma Cartabia, nella parte in cui si autorizza i giudici «a disporre indagini sui redditi, sui patrimoni e sull’effettivo tenore di vita, anche nei confronti di terzi».

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La vicenda riguarda l’esposto urgente presentato da Enrico Fedocci, giornalista Mediaset e per circa sei mesi all’anno ufficiale dei carabinieri, al Garante della privacy contro il provvedimento del giudice di Como che, nelle scorse settimane, ha ordinato alla Guardia di finanza di acquisire i suoi documenti sulla situazione lavorativa, l’estratto contributivo e dichiarazione dei redditi. Il tutto sulla base della riforma Cartabia, che ha introdotto un comma nell’articolo di procedura civile a tutela economica dei figli minorenni delle coppie in fase di separazione.

Nel corso dell’ultima udienza in Tribunale a Como, la legale dell’ex marito ha sollevato una questione inerente il nuovo rapporto sentimentale avviato dall’ex moglie. La donna, in udienza, ha spiegato che di fatto i due convivono, o meglio che «abitiamo in una casa di sua proprietà», e per dimostrare questo è stato recepito anche un certificato di residenza che in effetti mostra una coincidenza di indirizzi.

«Il giudice ha applicato la norma in maniera estrema - chiosa lo stesso Fedocci - Non c’è alcuna proporzione in ciò che è stato deciso. Di più: io non sono neppure parte terza di questo procedimento, sono parte quarta. E infatti non mi posso neppure opporre legalmente, se non rivolgendomi al garante della privacy. Quella decisione crea un vero e proprio corto circuito».

Secondo l’avvocato Giorgio Vaccaro, esperto diritto di famiglia, intervenuto su Radio 24 per commentare il caso, «il provvedimento non sorprende nel suo contenuto, ma rispetto al soggetto terzo». Per il legale, infatti, «la norma riguarda la tutela dei figli minori della coppia» e si applica «ove le informazioni fornite dai genitori non siano documentate», ma in questo caso è stato disposto un accertamento su «un soggetto che» non ha obblighi di mantenimento del figlio della convivente.

Secondo lo stesso Fedocci, poi, non esisterebbe neppure la convivenza: «Ha la residenza qui, ma non siamo nulla dal punto di vista giuridico».

Il modulo del Tribunale

Resta il fatto che il reddito mensile dell’eventuale «nuovo partner convivente» è uno dei dati richiesti nel modulo di autodichiarazione sulla situazione economico familiare che può essere scaricato dal sito. E che la riforma Cartabia parla di possibilità di «disporre indagini anche nei confronti di terzi» a tutela di figli minorenni.

Ora la parola passa al Garante della privacy, la cui decisione è destinata a imprimere una direzione decisiva sul futuro della riforma stessa in materia di separazione.

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