«I defibrillatori sono fondamentali: ogni anno registriamo 600 arresti cardiaci»

L’intervista Marco Paiella, medico, direttore del 118 di Como: «Per noi è importante - dice - che tutti gli apparecchi vengano registrati»

Dall’importanza della registrazione alle modalità di utilizzo. Il direttore del 118 Como di Areu Lombardia Marco Paiella spiega tutto quello che c’è da sapere e ricorda: se si assiste a un arresto cardiaco la prima cosa è chiamare il 112.

Se si ha un defibrillatore nel proprio condominio, negozio o centro sportivo come si fa a registrarlo?

Sul sito Areu Lombardia c’è una sezione dedicata ai Paddles, che sta per Public access defibrillators distribution and location for the emergency system (in pratica il sistema che consente di sapere dove sono collocati i defibrillatori accessibili, ndr), ed entrando nella sezione ci si può registrare. Per scuole, bar, centri sportivi, banche o anche all’interno dei condomini bisogna avere il nome di un referente che viene considerato responsabile.

E come funziona?

Una volta acquistato il defibrillatore, per registrarlo chiediamo semplici informazioni su modello e scadenza delle piastre e va indicato, come dicevo, il responsabile che deve fare quanto richiesto e previsto dalla legge, non da noi. Una volta al mese deve controllare che l’apparecchio sia attivo e, nella maggior parte dei dispositivi, basta vedere la luce lampeggiante verde che indica il corretto funzionamento. Le piastre, invece, hanno una scadenza tra due e tre anni.

Per voi perché è così importante che i defibrillatori siano registrati?

È molto importante che vengano registrati tutti perché, in automatico, le varie Soreu (le sale operative regionali di emergenza-urgenza, ndr) importano i dati e, se in una zona si sa che c’è un dispositivo accessibile, lo si può utilizzare.

Quanti arresti cardiaci si verificano in provincia di Como e quando si usa il defibrillatore?

Circa 600 arresti cardiaci l’anno, uno ogni mille abitanti. In base alle statistiche, il 25% avviene in strada. Il defibrillatore, nelle regioni virtuose, si usa nel 4% dei casi. In provincia di Como vuol dire circa 25 volte l’anno, sembrano poche ma sono molte. Su tutti i 600 arresti cardiaci la probabilità di ripresa è pari a circa il 15% mentre su quelli che si verificano in strada la percentuale sale a oltre l’80%.

Dato che dimostra l’importanza della tempestività.

Esattamente.

In provincia di Como i defibrillatori ad uso pubblico sono 1.333. Come siamo messi?

Direi bene, ci sono zone più virtuose di altre, ma di solito uno per Comune c’è.

Non tutti sono però sempre accessibili…

Sul sito a cui accedono le Soreu sono indicati gli orari.

Consigliate di installarli all’esterno?

Sì, anche se c’è il problema dei vandalismi. In ogni caso è bene ricordare che sono geolocalizzati e geolocalizzabili e quindi rintracciabili. Inoltre suona la sirena.

Quando va usato il defibrillatore?

La cosa importante, in caso si assista a un arresto cardiaco, è rivolgersi al 112 e, una volta in contatto con la Soreu, ascoltare le indicazioni. Il personale fornisce semplici regole per praticare il massaggio cardiaco, la prima cosa da fare. Grazie al progetto che abbiamo con le scuole spieghiamo anche ai bimbi delle elementari come si fa.

Il massaggio cardiaco può farlo chiunque?

Certo. Per un cittadino che invece volesse imparare massaggio cardiaco e utilizzo del defibrillatore a regola d’arte un corso di cinque ore è sufficiente. Ne stiamo promuovendo con il Provveditorato per le scuole superiori e ne abbiamo fatti molti con Comocuore.

Se si è da soli va fatto solo il massaggio cardiaco.

Esatto. Bisogna attenersi a quanto dice il nostro personale. Ma se il cittadino che interviene in attesa dell’ambulanza è da solo si predilige il massaggio. Fondamentale è proseguire fino all’arrivo dei soccorsi. Se si è in due e c’è un defibrillatore vicino vale la pena andare a prenderlo. Infine va ricordato che massaggio cardiaco e defibrillatore non sono alternativi: la prima cosa è mantenere il cervello irrorato e poi con il defibrillatore si riattiva il circuito elettrico.

In quanto tempo arrivano i soccorsi mediamente?

Sulle vere emergenze, i codici rossi, in 5-6 minuti dalla chiamata, 4 minuti circa dall’attivazione del soccorso, se si è in un Comune dove c’è un mezzo. Poi dipende dalla zona e dal traffico.

Il periodo freddo è quello più critico?

Adesso ci sono tante patologie respiratorie che possono degenerare in arresti cardiaci. D’estate influiscono caldo e disidratazione. Più o meno i dati sono stabili tutto l’anno.

Che consigli date per prevenzione?

Non fumare, vita non sedentaria, alimentazione corretta e, per le persone di una certa età, controlli periodici dal medico di famiglia.

I sintomi quali sono?

Quelli classici: dolore al braccio, al petto, al giugulo, sudorazione. Si parte dal dolore toracico che poi si può irradiare.

Ci sono anche casi senza sintomi.

Sì, certo. C’è chi cammina e cade improvvisamente perché è in arresto cardiaco. Pensiamo ai giocatori di calcio. Sono super controllati eppure capita anche a loro.

La prima cosa da fare è chiamare il 112.

Telefonata, massaggio cardiaco, eventualmente il defibrillatore, farmaci e ospedale. A Como abbiamo la fortuna di avere ospedali all’avanguardia sia come attrezzature che personale.

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