
Cronaca / Como città
Sabato 26 Aprile 2025
I dubbi da sinistra sullo stadio: «Occasione unica, ma serva alla città»
Punti di vista Opere complementari e vantaggi pubblici. Sono le richieste avanzate da Pd, Verdi e Sinistra italiana. Gaiani (Pd): «Così regaliamo un’area iconica ai privati»
A sostenere con forza il fronte dei «no», o meglio, dei «non così», durante il quinto forum sul nuovo Sinigaglia organizzato nella redazione de La Provincia è stata la referente provinciale dei Verdi, Elisabetta Patelli. Le osservazioni dei Verdi, appoggiate in toto da Sinistra Italiana, riguardano in particolare l’irreversibilità del progetto: «La nostra non è una posizione ideologica - ha specificato Patelli - siamo ben consapevoli che lo stadio ha bisogno di una ristrutturazione e sappiamo che si farà lì, ma dobbiamo discutere sul progetto».
«Troppe funzioni non sportive»
Simile, anche se più possibilista, la posizione di Carla Gaiani, segretaria provinciale del Pd, che, pur riconoscendo si tratta di un’«occasione unica e straordinaria», non ha mancato di sottolineare le criticità dell’area, «una delle più iconiche della città e con uno scenario tra i più belli al mondo». Criticità che si potrebbero riassumente in poche parole: le funzioni commerciali previste nel progetto sono sproporzionate rispetto a quelle prettamente sportive.
Identità, storia e paesaggio sono elementi centrali e non possono essere messi da parte nella discussione pubblica sul progetto del Como 1907 per tutti e tre i partiti. «Rileviamo una sproporzione tra le opere complementari e la funzione prettamente sportiva alla quale quell’area è dedicata - ha spiegato Gaiani -. La legge sullo stadio, il decreto legislativo 38 del 2021, indica anche la possibilità di inserire progetti alternativi che dovrebbero avere il senso di intervenire sulle sproporzioni dando un’alternativa alla progettualità, ma di questa cosa non si è parlato». Le parole scelte da Patelli, nonostante la posizione più netta sul tema (la portavoce dei Verdi ha parlato di un progetto «invasivo dal punto di vista storico, artistico e monumentale), sono sulla stessa falsariga: «Buona parte dei servizi ancillari sono sproporzionati rispetto alla funzione dello stadio, sia in termini di metri quadri che di funzionalità, saranno privati. Sarà uno stadio per turisti abbienti, che mi ricorda certi progetti di gran resort di lusso».
Per Gianluca Giovinazzo, segretario provinciale di Sinistra Italiana, lo stadio dovrà essere «polivalente» sì, ma mantenendo centrale la funzione sportiva: «Se diventa centrale un supermercato o una farmacia, o il centro medico non stiamo pensando ai comaschi, ma stiamo dando l’ok a un’operazione commerciale di tipo turistico». Giovinazzo ha sollevato anche il tema del cono visivo su viale Vittorio Veneto e il Monumento ai Caduti, già citato da Patelli e poi ripreso da Gaiani, che dai rendering pubblicati finora sembrerebbe venire meno.
Il nodo viabilità
Al centro dei dubbi che sorgono da sinistra c’è poi il nodo della viabilità. «Da parte nostra, va benissimo la pedonalizzazione di viale Puecher e di viale Vittorio Veneto», dice Gaiani. Patelli punta invece l’attenzione sulla gestione del traffico per come emerge da l progetto di partenza: «Fa inorridire - ha detto la portavoce dei Verdi - si va a inserire nuovo traffico su un’area che è già perennemente al limite del collasso: Borgovico e Pulesin non sono in grado di sopportare nemmeno un filo d’erba in più». Pd, Verdi e Sinistra Italiana si sono poi detti preoccupati della questione parcheggi, evidenziando che nel caso in cui l’autosilo del Pulesin venisse gestito dalla società «staremmo semplicemente regalando spazio pubblico ai privati».
Sia Gaiani che Patelli che Giovinazzo denunciano poi l’impossibilità di vedere il piano economico finanziario del progetto, per capire quali potrebbero essere i vantaggi dell’operazione per la città. «Non si capisce quale possa essere il guadagno per la collettività, tema invece centrale», ha detto la portavoce del Pd. «Non c’è un onere di compensazione, nemmeno nell’area del Pulesin, e così si finisce per attirare solo turismo di lusso con pacchetti all inclusive senza ricadute positive sulla città e con un peggioramento della qualità della vita per i residenti nell’area», ha concluso invece Patelli.
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