I giostrai: «Un risarcimento? Sì, ma lo restituiremo alla città»

Il caso Dopo la sentenza del Tar e 52 famiglie del Luna Park valutano se chiedere un rimborso al Comune

«Pensiamo di chiedere un risarcimento, ma non lo terremo per noi: sarà devoluto agli enti della città». Dopo la sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di 52 giostrai del Luna Park di Muggiò, le famiglie che ogni anno vengono coinvolte nella tradizionale manifestazione che si tiene durante le festività pasquali iniziano si riuniranno settimana prossima per discutere con l’avvocato Carmen Petraglia come muoversi in conseguenza delle parole dei giudici.

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Se infatti le spese legali relative alla causa sono state compensate dal tribunale amministrativo regionale, ovvero assegnate sia ai ricorrenti che al Comune di Como, che non dovrà quindi farsene interamente carico, resta aperta la possibilità di un risarcimento. Risarcimento che - ma i dettagli non sono ancora stati definiti - potrebbe riguardare l’intera edizione del Luna Park 2024, saltata dopo che con una delibera di marzo 2023 il Comune aveva ridotto da 28mila a poco meno di 5mila i metri quadri a disposizione del Luna Park nell’area compresa tra l’ex Piazza d’armi e via Sportivi Comaschi. A seguito della delibera, il Comune aveva emesso un avviso di selezione pubblica per sette giostre (negli anni precedenti si arrivava a 69) cui i giostrai avevano stabilito di non partecipare ritenendo non idonea l’area dedicata dal Comune. «Sono trecento le famiglie rimaste senza lavoro. Non sappiamo ancora in che termini sarà possibile chiedere e ottenere il risarcimento ma non progettiamo di tenerlo per noi» spiega Vincenzo La Scala segretario generale del sindacato nazionale italiano spettacoli viaggianti e del sindacato nazionale attrazionisti viaggianti.L’intenzione dei giostrai è infatti quella di devolvere il rimborso, di qualsiasi entità sia, a enti della città di Como: «Ci teniamo a farlo perché nel mese in cui siamo in città, ci sentiamo cittadini. Il Luna Park arriva a Como dal 1923 e fatti salvi gli anni della guerra e del Covid non ha mai mancato un appuntamento. Siamo affezionati a Como e vogliamo dimostrarlo».Le modalità della restituzione del risarcimento sono ancora da definire e verranno discusse nella riunione di settimana prossima. «Il punto che vogliamo sottolineare non è che l’area ci è stata preclusa, questo è successo anche in altre città, come l’anno scorso a Mantova, per via dei lavori incorso, ma che non ci sia stato dialogo con il Comune che ha voluto allontanarci senza motivazione e sensza individuare un’area alternativa, come il Tar ha sottolineato che dovrebbe fare».

Da parte del Comune invece la sentenza è tuttora al vaglio degli uffici legali: «Al termine delle analisi, valuteremo le prossime azioni da intraprendere» spiega infatti il sindaco Alessandro Rapinese.

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