I leghisti comaschi con Salvini. Il commento di Locatelli: «Sempre a testa alta»

Politica La ministra era al governo all’epoca della vicenda Open Arms. Molteni: «Orgogliosi». Braga (Pd): «Ora penserà alle infrastrutture?»

Ha condiviso con Matteo Salvini ministro dell’Interno 14 mesi al Viminale come sottosegretario. Nicola Molteni, deputato canturino della Lega e ancora oggi sottosegretario, ricorda bene quel periodo e quello che successe con Open Arms.

«Venerdì, quando era attesa la sentenza – racconta – ero alla Camera per votare la fiducia. L’assoluzione è la giusta conclusione di 14 mesi che Matteo Salvini ha vissuto al ministero dell’Interno con impegno, fermezza, grande coraggio facendo quello che il popolo gli aveva chiesto, cioè bloccare l’immigrazione clandestina. Io ho avuto l’onore e il privilegio di condividere quell’esperienza».

Le reazioni

Molteni, all’indomani dell’assoluzione del segretario federale della Lega, un amico per lui, guarda in primo luogo al lato umano e sottolinea: «Tre anni di processo, 24 udienze. L’uomo viene prima del leader politico. Salvini ha sempre dimostrato un coraggio incredibile, coerenza rispetto alla sua azione politica e la sentenza lo ripaga di tante ingiustizie dette».

Alessandra Locatelli, comasca, ministro per le Disabilità, nell’agosto del 2019 era ministro (lo fu per due mesi, da luglio a settembre), ma a Salvini è legata da una lunghissima amicizia, fin da quando erano poco più che ragazzini. «Ho aspettato la sentenza nei miei uffici a Roma, non ho lasciato l’ufficio fino a quando non ho appreso l’esito – racconta Locatelli -. È stato un grande sollievo, non ho mai smesso di sostenerlo. Ci eravamo visti e sentiti fino al giorno prima e ci siamo scritti anche nel pomeriggio di ieri (venerdì, ndr)». Dei giorni del caso Open Arms dice: «Di quel periodo ricordo i continui sbarchi e le costanti polemiche. Ero anche io al Governo e Salvini ha sempre lavorato per il bene del Paese e nell’interesse degli italiani. Era sostenuto da tutti, anche se poi qualcuno gli ha voltato le spalle per comodo, per paura o per vigliaccheria. L’autorizzazione a procedere è arrivata quando io ero già in Regione e non mi sono mai capacitata delle strumentalizzazioni che si sono susseguite da quel momento. Difendere i nostri confini non è un reato, ne siamo sempre stati convinti, ora finalmente l’ha dichiarato anche la magistratura. Siamo orgogliosi di Matteo e lo ringraziamo perché ha affrontato questo lungo processo a testa alta e senza arrendersi mai».

Eugenio Zoffili, deputato erbese e da sempre legatissimo a Salvini, ieri ha postato una sua foto Roma con il segretario. Sui social aveva scritto poco dopo la sentenza: «Renzi, sinistre, grillini e quei senatori che hanno votato in aula per mandarlo a processo, chiedano scusa a Matteo Salvini, un ministro eroe che ha fatto il suo dovere per difendere gli italiani». L’assessore regionale Alessandro Fermi ha scelto poche parole: «Felicissimo per te, Matteo. Come uomo ancor prima che come ministro».

L’opposizione

La parlamentare del Pd Chiara Braga, che è anche capogruppo dem alla Camera commenta con ben altri toni: «Le sentenze si rispettano, e noi le rispettiamo sempre. Speriamo solo che Salvini adesso si liberi dall’ossessione dei confini e si occupi di far funzionare il sistema ferroviario e sblocchi definitivamente i cantieri strategici, come quello ad esempio della variante delle Tremezzina, se ne è capace».

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