I leghisti ticinesi contro Rapinese: «La multa? Pacchiano autogol. Vuole la rissa»

La polemica Dopo la rimozione del Suv si scatena la Lega:«L’odio contro i ticinesi non è una scelta politica accorta quando un numero elevato di tuoi concittadini fa il frontaliere e ha la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino»

C’era da aspettarselo che dopo il botta e risposta degli ultimi giorni sul Suv con targhe ticinesi rimosso (anzi no) in piena Ztl, oltreconfine la Lega dei Ticinesi tornasse all’attacco. Lo ha fatto ieri attraverso il “Mattino della Domenica”, il domenicale del partito di via Monte Boglia, con un articolo a firma del direttore (e consigliere nazionale) Lorenzo Quadri dal titolo decisamente esplicativo - “Targhe ticinesi a Como: se il sindaco vuole la rissa” - in cui viene evocata addirittura l’ipotesi di «una guerra transfrontaliera delle multe». Proprio il neo primo cittadino Alessandro Rapinese non le aveva mandate a dire al proprietario del Suv, il quale via instagram si era lamentato (per usare un eufemismo) del trattamento ricevuto in riva al Lario. «Provi a fare lo stesso a Lugano, se ne ha il coraggio», il rimbrotto del sindaco.

«Pare che il neo-sindaco di Como abbia fatto dei parcheggi irregolari delle vetture con targhe rossoblù un tema da campagna elettorale - le parole di Lorenzo Quadri -. Formalmente l’odio contro i ticinesi non è una scelta politica molto accorta quando un numero elevato di tuoi concittadini fa il frontaliere e quindi ha la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino. E quando grazie al Ticino incassi fior di ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri».

A nove mesi delle elezioni cantonali, il partito fondato da Giuliano “Nano” Bignasca, scomparso nel marzo 2013, torna ad agitare lo spettro del blocco dei ristorni, approfittando di una polemica - quella della rimozione (poi rimediata in extremis con il pagamento di una salata multa) - che nulla ha a che vedere con l’assegno versato ogni anno dalla Svizzera all’Italia e garantito all’interno del nuovo accordo tra i due Paesi sino al 2033.

Il deputato leghista - e direttore del “Mattino della Domenica” - ha anche riproposto il tema «dei controlli sistematici ai valichi di confine», aggiungendo però un elemento di novità e cioè che se i controlli venissero reintrodotti, il sindaco si ritroverebbe poi «le code dei pendolari fino al centro città». Lorenzo Quadri, incalzando il primo cittadino lariano, ha definito la (quasi) rimozione del Suv - ovviamente soprassedendo sul fatto che l’auto si trovava dove non doveva essere - come «un’iniziativa boomerang» anzi come «un pacchiano autogol».

«Il motivo è semplice - ha rimarcato il deputato leghista -. In Ticino entrano ogni giorno 75mila frontalieri (numero in continuo aumento). La maggior parte di loro arriva in auto, uno per macchina. Il flusso di veicoli ticinesi in direzione del Belpaese, per contro, è nettamente inferiore. Non serve dunque un premio Nobel per intuire chi uscirebbe perdente da una guerra transfrontaliera delle multe». Poco importante se lo stesso conducente ticinese del Suv aveva messo nero su bianco via instagram che lì (e cioè in sosta vietata) «parcheggio da 10 anni». A questo punto non resta che attendere la prossima puntata.

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