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Cronaca / Como città
Giovedì 06 Febbraio 2025
I letti abbandonati pagati 220mila euro. E neppure la spina elettrica era a norma
Lo scandalo I presidi medici “parcheggiati” da anni nell’ex Sant’Anna avevano difetti evidenti. I giudici: mancava perfino l’etichetta CE. Ecco gli atti della causa civile vinta (in parte) da Regione
I letti stipati da anni al vecchio Sant’Anna e comprati da Aria Spa (società di Regione Lombardia) avevano le spine elettriche non a norma e non avevano nemmeno le targhette CE. Dalla sentenza con cui nel novembre del 2023 il Tribunale di Milano ha dato ragione alla società per le infrastrutture lombarde circa un lotto di letti comprati dall’azienda indiana Surgimill, emergono dettagli su una fornitura strapagata prima ancora di verificare la merce.
Il contratto
L’acquisto risale al 21 marzo 2020, un affidamento diretto, nelle prime fasi dell’emergenza Covid. Si tratta di una fornitura di 200 lettini da destinare alle rianimazioni lombarde al costo di oltre 220mila euro. Com’è noto in quei mesi la Regione incaricò l’attuale assessore al Welfare Guido Bertolaso di realizzarne una (di fatto usata ben poco) nell’ex Fiera Milano.
Ma i letti consegnati, e pagati 222.328 euro, si legge nella sentenza, «si rivelano non idonei, in quanto all’esito del collaudo emergevano numerose carenze». Carenze molto evidenti, non così difficili da scoprire. «La consulenza tecnica del Tribunale, con valutazione fondata sulla base dell’esame della documentazione in atti ed ispezione dei beni oggetto di causa, ha avuto modo di accertare le difformità denunciate e, in particolare, la spina elettrica non idonea secondo le normative europee e la mancanza della targhetta identificativa CE del lettino, concludendo che i lettini per cui è causa non sono conformi alla direttiva dispositivi medici e quindi non utilizzabili per uso sanitario».
Ma quando Aria ha ricevuto i letti, acquistati con soldi pubblici, chi ha verificato la correttezza della fornitura prima di dare il via libera al pagamento? Quando il caso, sollevato dalle nostre colonne, è approdato martedì in consiglio regionale dai banchi della minoranza il consigliere del Pd Angelo Orsenigo ha commentato: «Viene da chiedersi con quali competenze siano valutati i fornitori e come sia possibile commettere un acquisto di tale rilevanza senza aver la certezza dell’affidabilità di un fornitore che si trova in India e quindi non facile da raggiungere per una contestazione». Non a caso i produttori indiani non hanno dato seguito alla sentenza del Tribunale, le somme non sono state restituite e i letti sono ancora dimenticati all’ex Sant’Anna. Peraltro a fronte di una fornitura del marzo 2020, la domanda giudiziale è stata avviata solo alla fine del 2021, ovvero oltre un anno e mezzo dopo.
Nessun risarcimento danni
Se Aria ha vinto sul fronte dell’annullamento del contratto e della restituzione dei soldi (peraltro mai avvenuta), si è però vista rigettare dai giudici la richiesta di risarcimento danni, perché «il richiedente non ha documentato le asserite spese per la movimentazione della merce», poi finita a Como nella vecchia pediatria e per il danno d’immagine della propria reputazione imprenditoriale, «posto che parte attrice non ha provato né si è offerta di provare l’asserito discredito che tale vicenda avrebbe avuto».
Resta da capire se questi letti siano stati e dove siano stati conservati prima di arrivare nottetempo e in segreto a Como.
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