Scuola, i presidi non bastano più: doppio incarico per 21 dirigenti

Istruzione Graduatorie esaurite, la “reggenza” ormai è diventata prassi. C’è chi segue Albate e Valmorea: «Tante difficoltà logistiche e di tempo»

Nella provincia di Como, 21 dirigenti scolastici hanno il doppio incarico. Presidi alla guida di un istituto, ma anche nominati reggenti di un altro che, all’inizio dell’anno, era rimasto scoperto. Costretti, dunque, a dividere tempo, energie e presenza pur garantendo la stessa qualità. O, almeno, facendo di tutto perché sia così. I numeri trasmessi dall’ufficio scolastico regionale dimostrano come la reggenza, ormai, sia tutt’altro che un’eccezione alla regola.

Aiuto da chi è in sede

Si tratta, invece, di una vera e propria emergenza, che si spera di arginare con un nuovo concorso, dal quale pescare i dirigenti scolastici da assegnare alle scuole della provincia che ne hanno bisogno. Due istituti comprensivi a Como città, quello di Albate retto al momento da Massimiliano Branchini e Rebbio, guidato da Silvana Campisano. Poi altri 19 sparsi su tutto il territorio comasco. Ma come vivono i presidi questa situazione? «C’è una difficoltà logistica e di carattere di tempo che bisogna suddividere sulle due scuole - ammette Branchini, preside a Valmorea e reggente ad Albate -. Personalmente cerco di fare il possibile, di adoperarmi su entrambe le scuole. È molto impegnativo, ma questo è l’incarico che abbiamo, è un’anomalia del nostro sistema. In entrambe le scuole, comunque, ho una valida collaborazione». E ha aggiunto: «Del resto non ci sono presidi. Le graduatorie sono state esaurite, dovrebbero fare al più presto un nuovo concorso, fino ad allora siamo in una situazione di emergenza. O ci si candida, o si viene nominati d’ufficio: io ho deciso di tenere la stessa scuola che avevo l’anno scorso in reggenza. Conoscevo già le persone, l’ambiente e le problematiche, sarebbe stato meglio che non ricominciare da zero. Sono ad Albate da più di due anni, a Valmorea da sei. Mi faccio forte della collaborazione, che c’è indipendentemente dalla reggenza, ma soprattutto ora mi avvalgo delle figure presenti in sede. Non sarebbe altrimenti possibile pensare a un ruolo così. Io mi divido e cerco di essere in presenza il più possibile».

Caio Plinio e Rebbio

Per Silvana Campisano, dirigente scolastica del Caio Plinio e reggente a Rebbio, si tratta di una sfida impegnativa, ma stimolante. «Penso che tutte le scuole abbiano il diritto di avere il loro dirigente e un segretario – ha affermato la preside -. La reggenza a Rebbio è un incarico che ho scelto, un istituto che mi sembrava interessante con attività in corso e in cui potevo essere d’aiuto, considerando le mie esperienze pregresse. Il sovraccarico amministrativo c’è, però io cerco sempre di fare del mio meglio. È la prima reggenza che faccio nella mia lunga carriera: ho accettato per senso di responsabilità, l’istituto aveva bisogno di attenzione. Lo sforzo è grande e le difficoltà non mancano, ma ho trovato molta collaborazione da parte della scuola. Mi sta dando tante soddisfazioni anche dal punto di vista dei rapporti con le persone». Un lavoro impegnativo, dunque, ma anche gratificante.

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