Cronaca / Como città
Domenica 10 Novembre 2024
Il Sant’Elia torna a far discutere. Il sindaco Rapinese ha progetti per il suo futuro
Il progetto La struttura di Terragni diventa un museo? Rapinese: «Prima pensiamo alla sua ristrutturazione. Ma se fosse per me, certo lì di bambini non ne tornano»
Niente più asilo, ma un museo di se stesso con la riqualificazione della zona circostante compresi i vecchi lavatoi. È questo il disegno del sindaco Alessandro Rapinese per l’asilo Sant’Elia, opera dell’architetto razionalista Giuseppe Terragni e chiuso dal giugno 2019 che dovrà però ovviamente passare da un eventuale via libera della Soprintendenza. I tempi, in ogni caso, non saranno brevi anche perché sono in corso analisi approfondite su caratteristiche, materiali, singoli elementi architettonici e di arredo.
«Per quanto mi riguarda – spiega il primo cittadino - quel luogo può essere solo un museo di se stesso e sarebbe il più bello in città in quanto non ha nulla da invidiare alla Casa del fascio o ad altri monumenti del Razionalismo. Non può essere visto nel solo recupero degli spazi attuali, ma inserito in una riqualificazione del tratto antistante di via Alciato e dei lavatoi».
La struttura venne progettata nel 1935 e realizzata nei due anni successivi dal Terragni con lo scopo di poter risolvere le esigenze del nuovo quartiere operaio che stava sorgendo nella zona ed è, ovviamente, presente su tutti i libri di architettura razionalista e meta (nonostante l’abbandono) di visitatori stranieri e appassionati.
Le fasi del progetto
Rapinese prosegue dicendo: «Ora però abbassiamo subito le arie e diciamo le cose come stanno. Il percorso con il Fai (un concorso che si concluderà l’anno prossimo, ndr) è emozionale e di riapertura alla città come “luogo del cuore” e non ha nulla a che vedere con il ben più serio problema di un restauro, tema molto più spesso e spinoso il cui percorso è stato ottimamente avviato nel triangolo in corso tra Comune, Soprintendenza e Politecnico. Dopo la prima parte di studi ora si procederà all’inizio del 2025 con l’invio di studenti da parte del Politecnico per degli stage di approfondimento al fine di identificare cosa sia degno di tutela, quindi autentico e originario, e cosa possa essere invece eliminato e/o restaurato in maniera meno approfondita».
L’assessore alla Cultura Enrico Colombo, che sta seguendo in prima persona la partita, aveva spiegato che le analisi puntuali saranno il punto di partenza per il futuro intervento sul monumento.
«Lì i bambini non tornano»
«All’ultimazione di questa fase – chiarisce Rapinese - potremo fare l’unica cosa che veramente cambierà il futuro di quello spazio, cioè il progetto di restauro. Sarà un percorso lungo e di sicuro non ultimato in questo mandato, ma come tutto ciò che stiamo facendo la linea è quella di procedere un passo alla volta, ma ben pensato e nella giusta direzione». Il sindaco conclude ribadendo la sua idea: «In ultima analisi, fosse per il sindaco Rapinese, lì di bambini non ne tornano. In compenso ci vedo decine di migliaia di turisti e studiosi in un luogo che diventerebbe una meta tra le più importanti della città riqualificando tutta la zona. Se poi a pochi metri da lì ci fossero anche mille posti auto nuovi nuovi sarebbe anche più facile arrivarci».
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