I vandali si scatenano e dichiarano guerra a “Como pulita”: città imbrattata

La denuncia Un’assurda sfida contro i volontari che rimuovono le scritte: «Writers riuniti contro “Como pulita”». Decine di scarabocchi sui muri del capoluogo. Il record? Un portone di via Carducci, già ripulito otto volte in un mese

È in corso una sfida all’interno della città, tra le vie del centro storico. Uno scontro che miete vittime ogni notte. Non persone fisiche, ma spazi comuni e privati deturpati da mani che si nascondono dietro ad una sigla che le raggruppa, “Why Not?”, con accanto, come una sorta di estensione social, anche la personalizzazione dello sgorbio griffato con la bomboletta. Già, perché quelli di cui stiamo parlando non sono disegni, colori, graffiti belli da guardare, ma semplicemente scarabocchi senza alcun senso, brutti, che hanno l’unico risultato di deturpare il bene non solo privato ma anche comune.

L’allarme è stato lanciato ieri mattina dal gruppo che si oppone a questo degrado, “Per Como pulita”, sulla propria pagina Facebook.

Una serie impressionante di foto – ben 76 – di diversi punti della città e della periferia rovinati dalla scritta citata in precedenza. Non c’è punto che non sia stato toccato dai vandali, insomma, e solo nell’ultima notte, quella tra domenica e lunedì, ad essere stati presi si mira sono stati tre punti del centro, in via Diaz, in via Paolo Carcano e in piazza Mazzini. Ma negli ultimi dieci giorni i blitz dei writers si conterebbero a decine e avrebbero superato il centinaio. Il gruppo di imbrattatori aveva lanciato anche una esplicita “sfida” a “Per Como pulita”, con una scritta comparsa a Lora di questo tenore: «Writers riuniti contro Como pulita». Insomma, il dossier pubblicato ieri sui social è davvero disarmante ed è visibile a tutti, testimonianza di una battaglia che non accenna a finire.

«Oggi stiamo parlando – ci dice Gianluca Vicini, di Como pulita – ma già domani quello che abbiamo riportato sarà vecchio, perché si saranno aggiunte altre scritte in qualche altra parte della città». Non solo muri, ma anche portoni di case private e arredi della città. Come detto, nessun punto è rimasto “vergine”. E, anzi, chi entra in città si trova proprio ad ammirare – nell’area della Ticosa – una grossa scritta “Why not?”, antipasto di quello che si troverà poi in centro storico e non solo.

Simbolo di questa lotta è un portone di una casa di via Carducci: «Solo quello l’abbiamo ripulito almeno sette o otto volte in un mese», dice Vicini. Che pure non cesserà di combattere contro i vandalismi al pari degli altri volontari che passano per le vie del centro armati di pennelli e vernici per ripulire quello che già sanno, di lì a poco, verrà di nuovo deturpato. Un braccio di ferro che negli ultimi giorni sembra essere andato fuori controllo, con decine di imbrattamenti in poco più di una settimana, tre solo nell’ultima notte.

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