Benzina, il 35% degli impianti comaschi supera il prezzo medio regionale

Le nostre tasche Si tratta di 35 impianti su 98 che superano 1,941 euro al litro. Il Ticino resta conveniente: 1, 82 euro. Il gasolio invece costa ancora molto meno in Italia: risparmio variabile nei distributori della città tra 4,8 e 8,8 euro

Il 35% degli impianti in provincia di Como applica un prezzo medio della benzina superiore a quello medio regionale. Significa 35 distributori su 98 (in realtà sono cento, ma vanno esclusi i due autostradali). Il prezzo medio regionale, di cui è obbligatoria l’esposizione giornaliera, ieri era pari a 1,941 euro al litro e, nei primi sedici giorni di introduzione della norma è sempre andato crescendo (era 1,911 il primo agosto). Si sta parlando di pochi centesimi di differenza (e quindi bisogna anche valutare l’eventuale distanza e costo se si vuole cambiare benzinaio), ma comunque è indicativo del fatto che sul Lario ci siano molte zone (città compresa) dove la benzina più del prezzo medio che, essendo una perfetta media aritmetica tra tutti gli impianti della Lombardia, tiene già conto di tutte le situazioni (dalla montagna alle aree maggiormente difficoltose da raggiungere a quelle vicine al confine).

Il confronto

Ieri in provincia di Como un litro di verde si poteva pagare un prezzo compreso tra 1,999 e 1,844 euro. Una differenza, tra il più e il meno caro, di 15 centesimi al litro.

Per quanto riguarda il confronto con la Svizzera, va detto che al di là del confine resta conveniente ma anche che il costo è aumentato in modo più che proporzionale rispetto all’Italia. In sedici giorni, infatti, a Pizzamiglio si è passati da 1,75 euro al litro a 1,82 centesimi (7 centesimi in più rispetto ai 2 o 3 medi di aumento a Como nello stesso periodo). La differenza, almeno per quanto riguarda la città fa comunque pendere ancora la bilancia a favore del Ticino dove, bisogna ricordarlo, si deve pagare in contanti per evitare importi diversi dovuti a cambio praticati dai versamenti elettronici.

I prezzi della benzina nel capoluogo oscillano tra 1,84 e 1,98 euro. Questo vuol dire che il risparmio al litro per chi sceglie di oltrepassare la frontiera va da 2 a 14 centesimi al litro. Quindi, per un pieno di 40 litri, si va dagli 80 centesimi in meno (praticamente ininfluente tenendo conto la strada da fare) a 5,6 euro. Spostandosi al diesel, invece, la convenienza è tutta italiana, visto che in Ticino (tenendo sempre come riferimento Pizzamiglio, il prezzo al litro è 1,98 euro. Nel capoluogo la “forbice” è compresa tra 1,86 e 1,76 euro al litro. Questo vuol dire una differenza che va dai 12 ai 22 centesimi al litro a vantaggio dell’Italia. Questo vuol dire che fare il pieno di gasolio in città, per 40 litri, si risparmia una cifra variabile tra i 4,8 e gli 8,8 euro a pieno.

Chi decide

Allargando il raggio di osservazione alla provincia, il diesel va da 1,93 a 1,69 centesimi (sempre escludendo i due distributori presenti sulla A9). Per quanto riguarda il rispetto del prezzo medio regionale (fissato ieri a 1,844 euro al litro) 38 distributori su 98, quindi il 38% pratica un costo superiore, anche se si parla sempre di centesimi.

Va comunque evidenziato che il prezzo di vendita non viene deciso dal singolo gestore che, di fatto, deve limitarsi ad applicare quanto stabilito dalle singole compagnie. Tra l’altro questo vuol dire che un marchio conveniente oggi non è detto lo sia anche domani, visto che quando si parla di carburanti i costi sono molto variabili nell’arco di poco tempo.

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