Ultimatum del Comune: «Il Carducci restituisca le chiavi del museo Casartelli»

Il caso Nuovo braccio di ferro, dopo il caso ex combattenti, tra l’amministrazione e una associazione del capoluogo; questa volta si tratta di uno degli enti più attivi nel panorama culturale cittadino

L’associazione Carducci, che da sempre occupa l’edificio ai civici 5 e 7 di viale Cavallotti, ha ricevuto in questi giorni una lettera “ultimatum” con cui il Comune le concede 15 giorni di tempo per consegnare le chiavi del Museo Casartelli, ospitato, come noto, nella sala dei Nobel. L’associazione ha risposto con una sorta di controdiffida, la cui sintesi è che, in sostanza, non se ne parla. Come ricorda la presidente, l’avvocato Maria Cristina Forgione, lo stabile fu costruito all’inizio del Novecento da Enrico Musa, con il sostegno di un gruppo di industriali comaschi: Musa lo regalò all’amministrazione in base a un accordo che prevedeva che l’ente pubblico pagasse per sempre le bollette e che per sempre ne concedesse gli spazi alla stessa associazione, la quale, dal canto suo, si sarebbe assunta l’onere delle spese di manutenzione e gestione. Si trattava di una sorta di diritto d’uso perpetuo in base al quale eventuali cessioni a terzi – come fu nel caso dell’università – avrebbero dovuto ottenere in via preliminare il beneplacito del sodalizio. È probabile che il contenzioso già in atto, salvo improvvisi ravvedimenti, porti a uno scontro a colpi di carte bollate. Del resto già nel 2022 il Comune, subito dopo l’insediamento di Rapinese, aveva intentato una causa tuttora pendente contro il Carducci pretendendo la restituzione degli ultimi 10 anni di bollette (dieci giusto perché più indietro non avrebbe potuto rivendicarle causa prescrizione).

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