I residenti: «Il centro stravolto dal turismo. Più difficile viverci»

Le voci Vie quasi impraticabili e posteggi sempre pieni. Il racconto dei comaschi: «Mangiare fuori costa troppo. Code, rumori e folla. Un’impresa salire su un battello»

La vita in centro è cambiata da quando il turismo a Como ha iniziato a crescere e ormai, per chi risiede in città murata, quella che qualche anno fa sembrava solo una sensazione oggi è vita quotidiana.

«Ogni mattina, quando apro la finestra, so che dal palazzo di fronte vedrò affacciarsi qualcuno di diverso» racconta Luisa Rossi, che abita in via Indipendenza, nel cuore del centro storico di Como. Le case vacanza in quest’area sono presenti in moltissimi palazzi, come testimoniano anche i tanti lucchetti porta-chiavi sparpagliati per le vie circostanti. «Nel nostro condominio vogliamo chiedere di cambiare il regolamento - continua Luisa - proprio per introdurre il divieto di fare affitti brevi ai turisti, chissà se riusciremo...».

I turisti occupano i parcheggi

Qualcuno ce l’ha fatta. Lo raccontano Giuseppe Saracista e Martina Cusini, che vivono poco fuori dalla città murata: «Anche se nel nostro palazzo è vietato fare case vacanza, ne siamo comunque circondati. Per esempio, da qualche mese abbiamo notato che è stato chiuso il bar di fronte a casa nostra e che sono iniziati i lavori per realizzare una struttura da affittare ai turisti». Ma l’impatto del turismo si fa sentire anche nei piccoli gesti della vita quotidiana, condivisi da altri residenti che la pensano come Luisa: l’impossibilità di spostarsi in bici lungo le strette vie comasche, per la presenza di troppe persone a passeggio, l’attenzione a fare la spesa nei supermercati del centro prima che arrivino i turisti a fare rifornimento per la cena, che spesso consumano nelle case vacanza per risparmiare: «Basta andare al Carrefour verso sera per accorgersi che ormai il turismo è cambiato: non vanno più nei ristoranti, riempiono i supermercati e mangiano negli appartamenti che affittano», racconta Davide Grosso.

Un altro capitolo è quello dei parcheggi: «Quando viene mia mamma a trovarci, per passare del tempo con la nipotina, è sempre terrorizzata all’idea di non sapere dove lasciare la macchina» racconta Martina, aggiungendo che anche invitare amici a casa, per chi abita in centro a Como, può diventare un problema se non si dispone di un parcheggio privato. Non basta, non è raro trovare posteggiate negli stalli riservati ai residenti auto con targhe straniere: «Magari gli danno anche la multa, ma i turisti la stracciano e non la pagano e intanto noi residenti rimaniamo senza posto» racconta ancora Luisa.

Prezzi in rialzo

Un altro capitolo è quello che riguarda il caro vita: i prezzi dei negozi e dei ristoranti, in risposta all’aumento del numero di visitatori, sono cresciuti sensibilmente. «La qualità della vita in città si è notevolmente ridotta, a volte ci si sente fuori luogo a vivere la quotidianità - racconta Vincenzo Falanga - Il sogno “Como città turistica” è sfuggito di mano perché non abbiamo saputo valutarne gli effetti. Una pizza ormai la si mangia solo al prezzo di ristoranti quattro stelle, per esempio».

Non resta che mangiare fuori dal centro, così come, ormai, non resta che spostarsi da Como per vivere finesettimana in famiglia per evitare di passare il sabato e la domenica tra la ressa o in coda. «Abbiamo preso il battello solo una volta di recente con nostra figlia: non c’era coda perché era mattina presto e ne abbiamo approfittato, altrimenti meglio evitare» raccontano Giuseppe e Martina.

«Stiamo diventando come i fiorentini e i veneziani: pochi residenti, in mezzo a tanti turisti - torna a sottolineare Luisa - Da ormai quattro anni vedo le vie del centro travolte dalla fiumana di visitatori, ogni giorno... sono contenta che la mia città piaccia, ma viverci è diventato sempre più difficile, a tratti insostenibile». Tanto che a pensarla così è anche chi in città non vive, ma era solito frequentarla. «I lidi ormai sono troppo cari, impossibile frequentarli» racconta Sofia Ronchetti. «E poi non c’è più nemmeno il gusto di passeggiare in centro: i negozi comaschi stanno sparendo e i ristoranti sono tutti cari e turistici. Meglio spostarsi altrove, in altre zone della Lombardia oppure a Lugano» conferma Dafne Gorli. Eppure tra i residenti c’è anche chi non manca di evidenziare i risvolti positivi del turismo: «Abito in città murata e ho una figlia di 18 anni chye quando passeggia in città è contenta di vedere così tante persone e sentire così tante lingue - sostiene Manuela Guerri - Certo, il turismo andrebbe gestito meglio, ma almeno ora la città è viva.

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