Il comandante dei VdF: «Sempre più alluvioni, da soli non bastiamo»

L’intervista Antonio Pugliano, nuovo comandante Vigili del fuoco: «Indispensabile allearsi con il mondo del volontariato per le emergenze»

Vivete in una città meravigliosa». Arrivato da neppure sei ore, eppure Antonio Pugliano, nuovo comandante provinciale dei Vigili del fuoco, parla già da innamorato di Como. Un colpo di fulmine non solo paesaggistico: «Conosco molto bene il comando di Como, e posso solo dire che oltre a essere super operativo è assolutamente un’ottima realtà professionale».

Proveniente da Cremona, dov’è stato comandante negli ultimi tre anni e mezzo, Antonio Pugliano è stato il responsabile del Comitato tecnico per la normativa Seveso sulle industrie ad alto rischio, a Milano ha coordinato il nucleo Nbcr (quello sulle contaminazioni nucleari e biologiche), ha coordinato la colonna mobile dei Vigili del fuoco in occasione di calamità, come il terremoto de L’Aquila.

Comandante, quando si parla di pompieri si pensa sempre a uomini in divisa con la manichetta per spegnere gli incendi in mano. Mi sembra che però la realtà si sia fatta più complessa.

Decisamente. Il mestiere è cambiato molto e l’approccio si è fatto sempre più specifico e ultra tecnico.

E peraltro vi occupate sempre più di attività extra emergenza. Lei, ad esempio, ha avuto un ruolo di vertice nella prevenzione dei disastri connessi con la legge Seveso. Allora partiamo da qui: anche la nostra provincia, su questo fronte, ha criticità in materia?

Assolutamente sì. Come tutte le realtà produttive, anche qui esistono impianti produttivi che rientrano nella normativa Seveso, ad esempio abbiamo due realtà sotto soglia e cinque sopra soglia, con le quali gli aggiornamenti dei protocolli e delle verifiche è costante e molto proficuo.

Quanto conta la prevenzione incendi, oggi, nel vostro lavoro?

Tantissimo. E devo dire che, fortunatamente, negli anni si è modificato molto l’approccio a questi temi: prima avevamo una normative prescrittiva, ora invece è un iter più collaborativo nel corso del quale valutiamo i rischi e troviamo insieme le soluzioni. In ogni caso la prevenzione è importantissima.

Anche sul fronte dei problemi relativi ai dissesti idrogeologici?

Assolutamente sì, ma su questo aspetto è doveroso fare una considerazione.

Prego...

I cambiamenti climatici hanno causato un aumento esponenziale non solo di alluvioni con conseguenti allagamenti e smottamenti, ma hanno anche reso sempre più violenti i fenomeni legati al meteo. Noi siamo chiaramente chiamati a intervenire in fase d’emergenza, ma è bene che si sappia che ormai da soli non bastiamo più. Solo con le nostre risorse non riusciamo a intervenire efficacemente.

Suona come una resa...

Affatto. In realtà è un appello: dobbiamo creare sempre di più alleanze con altri enti e altre realtà impegnate su questo fronte.

Pensa alla Protezione civile?

Certo, ma non solo. Guardi, le faccio un esempio. A Cremona abbiamo avuto un’emergenza legata a violentissime precipitazioni e in poche ore abbiamo ricevuto 400 chiamate con almeno duecento interventi da effettuare in pochissime ore. Noi dobbiamo concentrarsi su quegli interventi davvero d’emergenza, quelli in cui ci sono rischi imminenti. Ma su tanti altri dobbiamo per forza di cose spingere per creare un’alleanza con il mondo del volontariato, a cui delegare, chiaramente, gli interventi non rischiosi ma che comunque vanno portati a termine in tempi celeri.

In un mondo che invita alla competizione, sembra quasi una rivoluzione.

Non c’è competizione, nell’emergenza. Per me esiste solo la cooperazione e la condivisione su questi temi.

Torniamo al nostro territorio. Lei mi ha accolto con un “vivete in una città meravigliosa”. Che, come tutte le città meravigliose, attira turisti. Questo influisce sul lavoro dei Vigili del fuoco?

Indubbiamente. Innanzitutto mi sembra di capire che qui c’è un turismo non concentrato esclusivamente in estate, ma che dura di fatto tutto l’anno. Questo significa un aumento di persone che frequentano il lago, che frequentano i sentieri nei boschi e le montagne. E quindi i potenziali interventi d’emergenza. Ma è anche un incremento di lavoro di prevenzione, ad esempio nei controlli delle strutture ricettive.

Allora, buon lavoro.

Speriamo.

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