Il comasco Borghi: «Mattarella si dimetta». Bufera contro di lui

La polemica Il senatore leghista ha attaccato il Capo dello Stato sull’europeismo

«È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso». Ad accendere, sui social, la polemica su Sergio Mattarella è stato Claudio Borghi, senatore della Lega, origini comasche, un mandato come consigliere comunale a Palazzo Cernezzi nello scorso mandato amministrativo.

Dure condanne alle parole di Borghi dall’opposizione di sinistra, ma anche dal centro. «Le parole di del senatore della Lega Claudio Borghi chiudono il cerchio di un attacco alla figura del presidente della Repubblica che ha inizio con la legislatura a maggioranza di destra - ha detto la parlamentare comasca Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera - non basta il progetto del Premierato, ora l’attacco esplicito passa per la richiesta di dimissioni della persona più rappresentativa dell’unità nazionale e dello spirito di coesione. Un segnale gravissimo nella giornata della Repubblica. Salvini, leader dello stesso partito, e vicepremier anziché coprire le parole Borghi, dovrebbe condannarle senza ambiguità».

«Il fatto che Borghi arrivi a chiedere le dimissioni del presidente Mattarella e che lo faccia strumentalizzando le parole del Capo dello Stato in una giornata importante come quella della Festa della Repubblica, è inaccettabile ha scritto sui social Mariastella Gelmini, portavoce di Azione - La Lega condanni quanto accaduto e prenda subito le distanze dalle gravi parole di Borghi».

«L’attacco è inaccettabile ed inqualificabile. La Lega si scusi per queste parole inopportune e irriguardose nei confronti di Sergio Mattarella garante dell’Unità nazionale ed eletto, lo ricordo, anche con il voto della Lega» ha affermato invece il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.

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