Il giallo del comasco morto in Moldavia: sulla maglietta anche macchie di sangue

Il caso Le tracce ematiche si aggiungono all’esito della perizia che certifica lo strangolamento. Franco Bernardo era stato trovato morto nel 2023 a casa della compagna, unica imputata

Sulla maglietta polo di colore verde, indossata da Franco Bernardo la sera in cui morì (e che non risulta essere mai stata analizzata prima di ora) c’erano macchie di sangue. Tracce che ora vanno ad aggiungersi al fascicolo che vede indagata la compagna nel processo in corso a Soroca.

Udienze che erano state interrotte, come richiesto dalla parte civile, per effettuare una maxi perizia sui reperti e sui risultati dell’autopsia cui fu sottoposta la vittima, lavoro che sta dando risultati pesantissimi. Un elaborato, quello firmato dal Centro di Medicina Legale di Chisinau, che ora sarà per forza di cose al centro dei prossimi appuntamenti con l’aula.

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La terza perizia

Andiamo però con ordine, iniziando con il dire che il comasco, 62 anni, venne trovato senza vita nella casa della compagna Svetlana Botas a Soroca, sempre in Moldavia, tra il 31 maggio e il primo giorno del mese di luglio del 2023. I due si erano conosciuti lavorando a Como in uno stesso albergo.

La compagna era finita a processo per quello che la procura locale aveva inquadrato come un «omicidio per negligenza», in sostanza non voluto, da parte della donna mentre cercava di far riprendere il comasco da un malore per il troppo alcol bevuto. I parenti della vittima, in forza anche di un secondo esame autoptico che era stato compiuto in Italia dal medico legale Giovanni Scola, si erano però opposti con forza a questa contestazione, ritenendo che il loro congiunto fosse in realtà stato ucciso dopo essere stato soffocato con forza, forse addirittura da più persone.

Per questo motivo l’avvocato moldavo che assiste la famiglia del comasco, era riuscito – mostrando le palesi incongruenze delle due autopsie, quella della procura di Soroca e quella italiana – ad ottenere una terza perizia fatta Centro di Medicina Legale di Chisinau. I risultati sono stati depositati nelle scorse settimane e, come scritto sul giornale di ieri, hanno dato palesemente ragione al lavoro del medico legale italiano. Franco Bernardo sarebbe infatti stato ucciso strangolato, non a mani nude ma con un oggetto contundente lungo, forse addirittura con un cappio, causandogli anche delle lesioni e delle fratture al collo.

I rilievi

Ma ora, da quanto si apprende, gli stessi periti di Chisinau avrebbero aggiunto ulteriori e pesanti elementi perché sulla maglietta del comasco sarebbero state rinvenute almeno due macchie di sangue umano che mai prima erano state segnalate. E la perizia parla pure di una ferita alla testa provocata con un oggetto contundente. C’è infine un terzo elemento: sulla gamba di Franco Bernardo sarebbero state rinvenute ulteriori due macchie di sangue, una certamente della vittima ma la seconda non attribuibile a lui, a dimostrazione che quella sera – cosa mai raccontata dalla compagna – almeno un’altra persona rimase ferita lasciando la sua traccia genetica sulla gamba del comasco.

I medici legali moldavi segnalano tuttavia un elemento: non c’è certezza che le macchie fin qui descritte siano state prodotte prima o dopo la morte, ma senza dubbio sono tutte elementi su cui la difesa dovrà ora cercare di fornire una spiegazione. Come pure dovrà essere spiegato perché, secondo i medici legali, sul corpo della vittima non sarebbero stati rinvenuti segni specifici di misure di rianimazione, pratiche che invece la compagna aveva detto di aver fatto per salvare la vita a Franco. Il processo riprenderà a fine mese.

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