Cronaca / Como città
Giovedì 30 Gennaio 2025
Il Comune s’impossessa dei soldi di Senna. Condannato, ma pagheranno i comaschi
La sentenza Società costruisce sul territorio del paese vicino, ma gli oneri li incassa Como. Il Consiglio di Stato: Palazzo Cernezzi «ha incamerato il denaro senza averne alcun titolo»
Per “guadagnare” 28mila euro, il Comune di Como si ritrova a doverne sborsare ben oltre 20mila in spese legali (senza contare i costi per i propri avvocati, essendosi appoggiato a un rinomato professore romano per l’appello), oltre a restituire la somma che aveva incassato più gli interessi e quella ulteriore che pensava di tenere per sé. Dal Consiglio di Stato arriva una sonora sconfitta per Palazzo Cernezzi. Una vicenda che, per quanto riguarda il fronte politico, risale agli anni dell’amministrazione targata Stefano Bruni e che, in termini di battaglia legale, è ricaduta sotto la guida dell’ex sindaco Landriscina.
La battaglia legale
Dal punto di vista tecnico, la controversia si riassume così: nel 2002 (altra era geologica) la società Zeta Karton (ora Secom Progetti) presenta un piano di lottizzazione per la realizzazione di un complesso produttivo. Fabbricati realizzati formalmente sui mappali del Comune di Como, ad Albate, ma che di fatto interessano esclusivamente Senna Comasco, essendo l’ingresso delle attività industriali su via Roma. Nel 2005 le due amministrazioni firmano un protocollo d’intesa in cui Palazzo Cernezzi si impegna «a devolvere al Comune di Senna la totalità delle somme» incassate come «contributo di costruzione e oneri di urbanizzazione». E così in effetti avviene.
Nel 2012 la società presenta un’ulteriore Dia (dichiarazione di inizio lavori), sempre per lavori che interessano di fatto esclusivamente il territorio di Senna, in seguito della quale il Comune di Como decide di computare ulteriori oneri di urbanizzazione applicando nuove - e ben più onerose - tariffe al metro quadro. Su un conto finale di 199mila euro, Palazzo Cernezzi incassa subito il 50% e di questi 99mila euro e spiccioli gira a Senna solo 71mila euro. Sostenendo che, avendo applicato tariffe più alte rispetto a quelle applicate del Comune vicino, la differenza spettava a sé. E che pure i restanti 99mila euro in arrivo a saldo sarebbero rimasti in riva al lago.
Le sentenze
Senna cerca un accordo bonario, ricordando che gli accordi erano altri. E, di fronte al “niet” di via Vittorio Emanuele, si rivolge all’avvocato Aldo Turconi e presenta un ricorso ai giudici amministrativi. Il Tar nel 2018 e ora il Consiglio di Stato hanno dato pienamente ragione al Comune di Senna Comasco con una sentenza affatto tenera. Nella quale i giudici scrivono che sarebbe bastata «una lettura oggettiva del protocollo di intesa» di vent’anni fa per «concludere che tutto quanto versato dal privato al Comune di Como a titolo di oneri di urbanizzazione deve essere riversato al Comune di Senna» e che in ogni caso Palazzo Cernezzi «non ha in radice alcun titolo per dolersi della misura degli oneri da riversare al Comune di Senna» facendo calcoli sulla differenza tra le tariffe sue e quelle dell’amministrazione confinante.
Addirittura il Tar, nel 2018, aveva mandato gli atti in Procura per verificare «la sussistenza di profili penali» a carico del Comune di Como sulle «modalità di calcolo degli oneri di urbanizzazione» con «tariffe esorbitanti». Ma, essendo passati già allora anni dai fatti, anche fossero stati riscontrati eventuali reati perseguirli sarebbe stato impossibile.
Como paga, insomma. E non solo quanto dovuto. Ma pure tutte le spese legali e gli interessi, messi sul conto dei cittadini comaschi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA