
Cronaca / Como città
Sabato 29 Marzo 2025
Il conto alla rovescia per i giardini a lago: la decisione il 7 aprile
Il cantiere fermo La data indicata dal sindaco dopo un incontro con i dirigenti e l’azienda . Le ipotesi: proroga, altra ditta o una nuova gara
Como
Il conto alla rovescia per capire quale sarà il destino del cantiere dei giardini a lago scadrà il prossimo 7 aprile.
La data è stata indicata direttamente dal sindaco Alessandro Rapinese in diretta su Etv ed è evidentemente stata concordata nell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi e che ha visto, attorno al tavolo, il dirigente comunale del settore Parchi e giardini, il direttore lavori e l’azienda che si era aggiudicata l’appalto. Otto giorni per arrivare a decidere la strategia da adottare tenendo conto che, anche nell’ultima settimana, i lavori non hanno fatto passi in avanti e il cantiere è praticamente fermo.
La proroga
«L’azienda – ha spiegato il primo cittadino – ci ha chiesto (all’inizio dell’anno, ndr.) una proroga di 74 giorni dicendo che avrebbe finito i lavori per il 24 aprile 2025 (anziché il previsto 9 febbraio, ndr.). Il 20 marzo è stata fatta la fotografia della situazione con un punto di confronto, questa settimana c’è stato il primo incontro e si sono riservati del tempo per verificare le scartoffie. Su questo non entro nel merito perché il Comune argomenta in un modo e l’impresa ha tutto il diritto di argomentare in un altro, ma posso dire che mi aspetto un passo considerevole nello sbloccare la situazione per il 7 di aprile, entro cui deve esaurirsi il confronto».
Il sindaco si è detto dispiaciuto del fatto che all’inizio di aprile ci si trovi a discutere di un cantiere che avrebbe dovuto concludersi nel giro di poche settimane.
«Tutti gli scenari»
E ha aggiunto: «L’azienda ha chiesto una proroga fino al 24 aprile e se poi non finisci, anche se ci sono aspetti da chiarire, hai fatto perdere tempo alla città che ha in quel luogo il suo cuore pulsante. Non è stato sei mesi fa che ci è stato detto che avrebbero finito entro il 24 di aprile ed è stato sottoscritto». E ora? «Il timer è partito – ha concluso Rapinese – e il 7 aprile vedremo come finisce. Al momento tutti gli scenari sono possibili e non ci sarà una volontà, ma solo il rispetto della legge. Chi ha sbagliato deve pagare. Di certo non ho visto i progressi che ho visto, ad esempio in piazza del Popolo».
E ha infine evidenziato come «in alcuni casi il codice degli appalti ti dice che ti devi fermare». Saranno i tecnici a dover valutare come procedere. L’ipotesi di una ulteriore proroga sembra complicata in virtù anche dei diversi ordini di servizio e contestazioni già mossi nel corso dei mesi scorsi, ma al momento non si può escludere nulla. L’altro scenario sarebbe quello della risoluzione del contratto, che richiederebbe comunque una procedura ben definita dalle norme e che passerebbe, inevitabilmente, dallo stato di consistenza dei luoghi (cosa è stato fatto nel dettaglio, l’importo effettivo e via di seguito).
Se si arrivasse a questa clamorosa conseguenza Palazzo Cernezzi avrebbe poi due strade: scorrere la graduatoria delle altre aziende che avevano partecipato al bando consultando quindi la terza per capire se accetta di eseguire i lavori e, in caso contrario, procedere in base al posizionamento assegnato dalla gara. Ma, visto che nel frattempo i prezzi dei cantieri sono cresciuti, si potrebbe anche doversi ritrovare a rivedere i costi, stanziare eventualmente i fondi aggiuntivi necessari e rifare da zero la gara.
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