Cronaca / Como città
Sabato 04 Marzo 2023
«Il Covid? È stato un caso eccezionale. In quei mesi troppa incertezza per poter formulare accuse»
La Procura di Como Bergamo indaga, sul Lario si archivia: ecco perché. Impossibile contestare reati: «Il virus ha causato un’incertezza assoluta»
L’avviso di chiusura delle indagini preliminari, che prelude a una richiesta di processo per 19 indagati accusati di aver causato colposamente migliaia di morti per Covid nella Bergamasca, cozza con la pioggia di archiviazioni e richieste di archiviazioni che il Tribunale e la Procura di Como stanno facendo ormai da mesi, sul fronte delle eventuali colpe per la diffusione del virus.
Due metri totalmente differenti, che comprensibilmente destabilizzano i parenti delle vittime che si erano rivolti alla magistratura lariana per ottenere giustizia, a fronte di asserite mancanze commesse nella gestione della pandemia o della cura di decine di comaschi morti dopo essere stati contagiati.
Le motivazioni
Siamo andati a cercare alcune di quelle archiviazioni, per comprendere la differenza rispetto al caso Bergamo. L’indagine della Procura orobica, innanzitutto, riguarda non già casi singoli - come le inchieste comasche - quanto piuttosto le decisioni che non hanno portato all’istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro nonostante l’aumento dei casi di contagio.
Ciononostante alcune considerazioni negli atti comaschi, lasciano intuire una lettura delle eventuali responsabilità decisamente differente rispetto a quella che ha portato ad accusare l’ex premier e l’attuale presidente della Regione.
Il passaggio cruciale è quello sulla «condizione di eccezionalità» legata alla pandemia. Scrive la Procura, in una delle richieste di archiviazione, poi accolta dal giudice, nonostante l’opposizione dei famigliari dell’anziana deceduta: «Assume assoluta rilevanza la condizione di eccezionalità generata dall’epidemia globale da Covide che, in ragione della peculiarità dei caratteri di novità e assoluta incertezza della situazione, ha dato origine a un susseguirsi di prescrizioni provenienti da differenti autorità spesso a brevissima distanza tra loro, proprio nel tentativo di migliorare le direttive precedentemente impartite».
Tradotto: il Covid è stato un evento talmente dirompente, un virus così sconosciuto, da rendere difficile anche solo immaginare le contromosse da prendere.
L’epidemia colposa
Come detto, la vicenda di Bergamo è chiaramente differente, ma paradossalmente proprio la contestazione di singoli casi - anziché di un fatto così dirompente come la diffusione del virus tra Alzano e Nembro - dal punto di vista della responsabilità penale poteva essere più facile da dimostrare.
Ma anche su questo punto, c’è tutto il capitolo legato al nesso di causalità tra l’insorgenza del virus, il fatto che il virus fosse legato a negligenza o imperizia di qualcun altro e il conseguente decesso dei pazienti. Infine, sul fronte dell’accusa di epidemia colposa, la Procura di Como ha richiamato nelle richieste di archiviazioni massime della Cassazione secondo le quali «non è configurabile la responsabilità a titolo di omissione», in quanto la norma con «la locuzione “mediante la diffusione di germi patogeni” richiede una condotta commissiva». Insomma, norme uguali. Letture differenti. Ma Bergamo, a livello nazionale, resta un caso unico.
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