Il fallimento di “Pane & tulipani” (e non solo), pene e condanne per 38 imputati. Rinviati a giudizio in quattordici

Tribunale L’inchiesta sul noto locale, le false coop della Bassa e il ristorante Villa Olmo: in udienza preliminare anche un assolto

Poco meno di ottant’anni di pena inflitti, 29 indagati che hanno scelto la via del patteggiamento, 10 che hanno preferito farsi giudicare con il rito abbreviato e con il successivo sconto di un terzo della pena, una sola assoluzione, quella dell’avvocato comasco Andrea Auletta assistito dal collega Giuseppe Sassi.

Sono stati invece 14 gli imputati, compreso l’ex calciatore del Como Davide Caremi, che hanno scelto di sfidare l’aula, pretendendo di difendersi in un pubblico dibattimento che è stato fissato per il 13 ottobre 2023. In quella occasione potranno giocare le proprie carte rispondendo alle accuse mosse dalla procura lariana, al termine di una maxi inchiesta che era stata portata avanti dal pubblico ministero Pasquale Addesso.

Diversi i reati contestati dalla Procura

Si è svolta l’udienza preliminare, davanti al giudice Walter Lietti, nata dall’indagine che aveva riguardato tre filoni tutti molto corposi e diversi tra loro, ovvero quello delle false cooperative della Bassa Comasca, il fallimento del noto ristorante del centro città “Pane e Tulipani” e la gestione del ristorante di Villa Olmo prima del 2019 (quando la Villa Olmo Lago srl fu dichiarata fallita). Le persone finite davanti al giudice sono state ben 56 (tre posizioni sono state stralciate, in quanto gli indagati erano irreperibili) e per questo motivo, considerato anche l’altrettanto elevato numero di avvocati presenti al palazzo di giustizia, per poter condurre l’udienza preliminare è stata utilizzata l’aula della Corte d’Assise. Posizioni molto diverse, come detto, le une dalle altre all’interno di una udienza che si è conclusa con una sola persona che ha visto riconosciuta la propria innocenza, ovvero l’avvocato del foro di Como Andrea Auletta che era finito coinvolto nella vicenda del Pane e Tulipani in quanto, per la procura, socio del ristorante e sospettato di condotte distrattive che non sono state provate. Da qui, unico su 56, la decisione del gup di scagionare l’avvocato. Altri hanno raggiunto un accordo con la pubblica accusa, altri ancora sono stati condannati e i 14 già citati hanno rinviato la loro vicenda al prossimo anno.

Molti imputati hanno scelto di patteggiare

Per tornare al fascicolo finito in udienza, e per dare un’idea del volume che si è trovato sul tavolo il giudice, oltre ai 56 indagati c’erano anche ben 121 capi di imputazione racchiusi – solo per le ipotesi accusatorie – in 89 pagine. Un lavoro enorme, che aveva riassunto in un unico fascicolo tre diversi filoni che riguardavano il Pane e Tulipani, per alcuni anni bar e ristorante di moda, dichiarato fallito nell’autunno del 2018, ma anche le datate vicende per la gestione del ristorante di Villa Olmo e una lunghissima serie di cooperative fatte fallire dopo essere state svuotate.

Davanti al giudice (tra gli altri) anche il ragionier Bruno De Benedetto che ha patteggiato 2 anni, stessa cosa per l’imprenditore Maurizio Faciolla mentre l’ex presidente di Spt Holding Gian Andrea Gandola ha rimediato un anno.

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