Cronaca / Como città
Giovedì 21 Novembre 2024
Il Lago di Lecco esiste? Un caso sui social. Gli esperti: «Solo sulle mappe dell’800»
Derby geografico L’universitario: «Dopo la guerra il Lario è stato associato solo a Como». Le prime tracce lecchesi sulla cartografia ufficiale compaiono nel corso del Settecento
Il lago di Lecco? Esisteva, fino a un secolo fa.
L’immagine di una mappa raffigurante il nostro lago tratta dall’Istituto geografico militare, l’ente statale con sede a Firenze che è la massima autorità in tema di cartografia, una volta pubblicata su Facebook ha scatenato una valanga di commenti, facendo riesplodere la rivalità campanilistica. Il motivo è che sul ramo lecchese della cartina si legge «Lago di Lecco», quando i comaschi hanno sempre rivendicato il nome della città di Como su tutte le acque del Lario. E infatti il commento più ricorrente sul noto social network è «il Lago di Lecco non esiste».
La storia
In realtà, presa la cartina più aggiornata sul portale ufficiale dell’istituto geografico, il nome di Lecco non viene riportato sul lago, nemmeno sopra alla sponda lecchese. L’ultima mappa pubblicata consultabile e georeferenziata indica Lecco soltanto riferendosi alla città. Però spulciando nell’archivio, tra le tante mappe antiche anche precedenti all’unità d’Italia, la sponda lecchese viene chiamata e non di rado «Lago di Lecco».
«Fino al ’500 e al ’600 del Lago di Lecco non c’è traccia – spiega il professor Roberto Azzoni, geografo dell’Università degli Studi di Milano – mentre invece nelle mappe del ’700 inizia a comparire questa dicitura anche se sempre sopra al solo ramo lecchese. Il nome lago di Como non è mai andato perduto, è sempre presente sul corpo centrale del bacino idrico. L’unica eccezione direi che è una cartina svizzera, ticinese, che chiama l’intero specchio d’acqua lago di Lecco. Il Lago di Como è associato molto spesso, se non quasi sempre, al nome Lario, il più delle volte scritto tra parentesi».
Dopo la seconda guerra mondiale, Lecco dal lago quasi scompare. «È in effetti così sulle mappe regionali e del nord Italia – spiega ancora l’accademico – e del resto occorre sapere che ogni toponimo ha una propria particolare storia da raccontare, che muta nel tempo, i nomi dei luoghi hanno un’origine e possibili diversi successivi sviluppi. Comunque in qualità di cittadino di Abbadia Lariana, sponda lecchese, suggerirei di non farci la guerra tra cugini».
Un consiglio che sui social la maggioranza dei comaschi e dei lecchesi non ha ascoltato. Chi volesse farsi un’idea può navigare oltre che sul sito dell’Istituto geografico militare, www.igmi.org, anche su www.oldmapsonline.org, portali dove vengono caricate le mappe secolo dopo secolo.
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