Il no all’Abbondino per don Roberto
«È una scelta inaccettabile»

Guzzetti: «Quello che accade è l’esito dei risultati ottenuti da questa amministrazione» - Frangi: «Città incapace di riconosce i suoi figli migliori»

«Assolutamente inaccettabile».

Non usa mezzi termini Giuseppe Guzzetti - avvocato, a lungo a capo della Fondazione Cariplo ed anche della Regione Lombardia - per dire quello che pensa dell’Abbondino non attribuito a don Roberto Malgesini. Un giudizio tanto più pesante perché Guzzetti lo estende a tutta l’amministrazione Landriscina, nella quale anzi vede le premesse della benemerenza negata.

«Ciò che accade nella nostra città è l’esito dei risultati ottenuti dall’amministrazione guidata da Mario Landriscina – dice Guzzetti – Sono due anni che la maggioranza del consiglio ha votato per un nuovo dormitorio per accogliere gli ultimi, ma la giunta non adempie a quanto deliberato. I partiti al governo sono addirittura spaccati. E siccome don Roberto operava con grande impegno in quella direzione, in maniera assolutamente inaccettabile si è scelto di ribadire la stessa contrarietà negando al prete l’Abbondino».

Durissimo Guzzetti anche sulle spiegazioni fornite dai commissari che non hanno sostenuto la candidatura: «Le giustificazioni sono pietose. Cosa c’è di ipocrita nel riconoscere un premio a chi ha perso la vita in un’aggressione mentre aiutava i più poveri? L’ipocrisia è non dare l’Abbondino ad una nobile vita. Dire che lui, il prete, non avrebbe gradito è invece un’interpretazione indebita. Trincerarsi dietro al silenzio o dietro alla segretezza dei lavori della commissione è puerile. E non basta dire che non si sarebbe raggiunta l’unanimità necessaria, bisogna sempre testimoniare il proprio impegno e non perdere la dimensione umana. Infine il sindaco che plaude al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la medaglia data a don Roberto ma poi dimentica di fare la sua parte».

L’assessore Elena Negretti era delegata dal sindaco per votare nella commissione che ha assegnato gli Abbondini. Ma sulla scia del durissimo giudizio di Guzzetti si colloca no altri. «Era doveroso assegnare l’Abbondino – spiega Enrico Lironi, presidente di ComoNext – per il lavoro umile e silenzioso fatto da don Roberto e premiato dal presidente Mattarella. Ma è anche altrettanto doveroso pensare al dormitorio. I bisognosi non hanno colore politico. La marginalità non amministrata può peggiorare la convivenza civile e diventare esplosiva. Bisogna lavorare per aiutare il disagio giovanile come i migranti. Per governare questi temi serve forse maggiore sensibilità». Una sensibilità che è mancata perfino nell’assegnazione delle benemerenze cittadine. «Colpisce l’incapacità della città di riconoscere i suoi figli migliori – dice Mauro Frangi presidente di Confcooperative – Le onorificenze indicano i valori da seguire oltre alle logiche politiche e di convenienza a breve termine. Come l’altruismo e la dedizione al prossimo testimoniate da don Roberto. Le parole del sindaco Mario Landriscina per applaudire la medaglia assegnata dal presidente Sergio Mattarella a don Roberto dimostrano l’errore dell’amministrazione che lui stesso guida».

Solo tre membri della commissione su dieci hanno proposto il nome di don Roberto. «L’Abbondino a don Roberto poteva essere l’occasione per fare mea culpa – commenta Nello Scavo, giornalista comasco dell’”Avvenire” che vive sotto scorta – sulle scelte criticate e sui problemi mai affrontati e mai risolti. Mi riferisco all’accoglienza e all’aiuto verso gli ultimi. Il dibattito sul dormitorio, pur feroce, ha sensibilità condivise e trasversali a Como. Il sacrificio di don Roberto poteva servire a costruire una solidarietà nuova, solidarietà che il volontariato porta avanti da solo. Per fortuna è arrivato il bel gesto di Mattarella». Da Roma e non da Como. «Ho paura che la città si dimentichi in fretta di don Roberto – dice Martino Villani, presidente di Centro servizi per il volontariato – bisogna continuare nel suo solco. Su dormitorio, emergenza freddo e mensa non ci sono risposte chiare».

«L’Abbondino poteva intanto essere un grazie – dice Simona Roveda presidente di Sorptimist – e poi bisogna comunque costruire un dormitorio per tutti coloro che dormono per strada. Gli altri premiati, pur bravissimi, mancano d’attualità. E si poteva anche pensare ai medici che si sono spesi contro il Covid».

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