«Il numero uno sono io. Como era allo sbando, ora sta rinascendo»

L’intervista Alessandro Rapinese a tutto campo a un anno dalla sua elezione a sindaco

Un anno fa Alessandro Rapinese sconfisse la candidata del centrosinistra Barbara Minghetti diventando sindaco di Como.

Dodici mesi fa la vittoria. Fare il sindaco è quello che si aspettava?

Sì.

Lei dice che nessuno ha mai fatto tanto. Quali risultati rivendica?

Quante pagine avete da dedicarmi? Inizierei con il Politeama di cui si parlava da 30 anni, poi la piscina Sinigaglia, il mercato coperto, i giardini a lago, abbiamo digitalizzato il patrimonio e le concessioni cimiteriali, messo ordine nelle attività commerciali e negli eventi natalizi.

In alcuni casi i lavori non sono ancora partiti. Su tutti i giardini a lago...

Si sta ultimando la procedura, ma chi mi ha preceduto non aveva neanche finito l’iter burocratico e si erano dimenticati un dettaglio di poco conto, un “piccolo “tubo che attraversa i giardini e preleva 400 litri d’acqua al secondo. Ho dovuto sistemare quell’aspetto, finanziare le differenze e chiudere la pratica. Rivendico anche i lavori del Patto per la Lombardia e i fondi del Pnrr per Villa Olmo erano tecnicamente persi e ora abbiamo la gara.

C’è chi sostiene che ha solo mandato avanti progetti di altri...

Può essere, però loro di progetti avanti non ne hanno portato mezzo. Per il padiglione ex grossisti il primo progetto probabilmente l’ha fatto il Barbarossa, io lo chiudo e lo consegno. Il mio problema è che faccio sembrare semplice ciò che in realtà non è, con loro sembravano difficili anche banali idiozie.

Non crede di aver deluso qualcuno?

L’unico che può essere deluso sono io. Ma si sa, sono troppo ambizioso.

Ha sempre detto di conoscere Il Comune meglio di tutti, ma si è scontrato con gare deserte, problemi di personale, burocrazia. Cosa dice?

No, non è così. Le gare deserte sono una frazione minima rispetto a quelle aggiudicate, che sono anche le più importanti. Solo un allenatore della domenica che va allo stadio non conoscendo nemmeno i nomi dei giocatori può confondere una eliminazione di aziende che non hanno titoli per un insuccesso.

E quindi che voto si dà?

1.

E perché?

Perché sono il numero uno. Sto normalizzando una città allo sbando. Ora vedo un Comune rispettato e i cittadini sanno che sgarrare potrebbe costare carissimo. Non significa essere sceriffi, ma far rispettare l’ente.

E alla sua squadra che voto dà?

A loro 10 perché mi supportano e mi sopportano. Invito chiunque a verificare cosa succedeva alle squadre che governavano in passato: un disastro. Vuole un esempio?

No, grazie. Parliamo della sua amministrazione. Un assessore l’ha perso...

Non l’ho perso, l’ho revocato. È diverso.

E ci saranno altre revoche?

Non pensavo di dover revocare Lombardi, quindi ad oggi non penso di dover revocare nessun altro. Se dovessi pensarlo lo saprete in tempi molto rapidi.

Il rimpasto delle deleghe è in agenda?

Ora abbiamo troppe cose da fare, ma a breve mi piacerebbe, dopo aver ottimizzato gli uffici, fare lo stesso con la suddivisione delle deleghe tra i vari assessori.

Anticipazioni?

No, è complesso. Devo ridare coerenza dopo la riorganizzazione degli uffici in macro aree, ma non è urgente, siamo una squadra e lavoriamo insieme su ogni tema.

Tra una settimana arriverà il dirigente delle Opere pubbliche, su cui ci sono grandi aspettative...

Innanzitutto da poco dopo il mio insediamento faccio a meno di un dirigente che è in malattia da o otto mesi. Non vedo l’ora di avere un dirigente dedicato solo alle Opere pubbliche, peraltro che ha maturato un’esperienza importantissima come il palazzo del basket a Cantù.

Dirigente che avrà sulla scrivania la piscina di Muggiò. Lei aveva parlato di riapertura in tempi brevi, così non è stato. Cosa pensa di fare?

Avevo detto che l’avrei aperta in tempi brevi, ma appena arrivato al governo ci sono stati dei danneggiamenti che l’hanno completamente mutilata.

Ma lei è sempre dell’idea di ristrutturare l’attuale o di rifarla?

Ho promesso che entro luglio avrei chiarito e lo farò. Domani mattina per esempio (oggi, ndr) sarò per la trentesima volta in Regione a Milano. Per trasformare Muggiò, Albate e Camerlata nel trionfo dello sport ho fatto e farò di tutto.

Realisticamente conta di ultimare tutte le opere in quell’area per il 2027?

Questi sono i giorni cruciali, ma una cosa è certa. Tutto è pronto per poter salire su eventuali treni che dovessero passare e ricordo che nel 2026, a pochi passi da Como ci sarà un evento non proprio di secondo piano (le Olimpiadi invernali, ndr) e vicino alla piana di Muggiò c’è una stazione ferroviaria che potrebbe accogliere un sacco di persone per assistere ad eventi.

Non ha risposto però...

Ho il biglietto del treno in mano, è quello che posso fare. Esattamente l’opposto del passato, quando passavano i treni ma gli amministratori pubblici erano al bar.

C’è chi dice che lei però ha già litigano con tutti, Provincia in primis.

Mi basta pensare al fatto che Umberto D’Alessandro, assessore della giunta Bruni che personalmente ho apprezzato pochissimo, oggi spadroneggi in Provincia con il benestare di Bongiasca, ma non è un problema. Alla prima occasione spazzerò via anche loro. Qui non è questione di litigi, io ho dedicato la mia vita a Como e l’ho liberata. Ora quelli che ho spazzato via dal mio Comune sono annidati e arroccati in Provincia e da lì cercano di complicarmi la vita.

Ma lei non sbaglia mai?

Penso molto prima di agire e il mio problema è che soffro della sindrome del dubbio. Quindi mi muovo solo quando l’ho superata.

E l’impianto di via Del Doss?

In via Del Doss in un anno abbiamo rifatto il riscaldamento e l’Uta. Loro in 50 hanno saputo solo affossarla. È uno dei tanti progetti, ma ho bisogno di vedere se per Muggiò passerà quel treno per il quale ho già comprato i biglietti.

Lei aveva detto che conta di realizzare il 100% del programma. Crede ancora di potercela fare nei prossimi 4 anni?

Penso di essere a un buon 90%.

Non esageri. A gennaio aveva detto che il 2023 sarebbe stato l’anno del progetto del palazzetto e di quelli di Ticosa ed ex Stecav. Arriveranno tutti nei prossimi sei mesi?

Sì.

Torniamo ai voti. All’opposizione?

Non pervenuto e devo dire che ogni volta che aprono bocca denunciando un problema o lo abbiamo già risolto o lo stiamo per risolvere ed è divertentissimo anticiparli su tutto. Del resto ho fatto opposizione per 18 anni e le loro dinamiche sono efficaci quanto lo erano quando governavano, sono delle frane.

Non crede di sopravvalutarsi?

No, altrimenti cambierei strategie e poi rispetto a loro ho un grande vantaggio: io ho scelto di spendere la mia vita per Como e ho un bisogno fisico di vedere la mia città migliorare. Temo invece che per molti di loro sia solo importante essere riconosciuti quando vanno a fare la spesa. Faccio un esempio: se avessero vinto le elezioni su un tema come lo stadio, che Iantorno vuole fuori città e Minghetti in città, cosa avrebbero fatto? La nostra linea è chiara e siamo pronti.

Se si rivotasse oggi pensa che rivincerebbe?

Non lo so, ma sono sicuro che sarei contentissimo di rivotarmi.

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