Il Papa ai ministri: «Un mondo inclusivo»

L’evento In Vaticano incontro tra il pontefice, Alessandra Locatelli e i politici impegnati nel G7 sulla disabilità. «Bisogna liberarli dal pregiudizio». La comasca: «Non smetteremo di guardare alle potenzialità delle persone»

«Rendere il mondo inclusivo significa non solo adattare le strutture, ma cambiare la mentalità, affinché le persone con disabilità siano considerate a tutti gli effetti partecipi della vita sociale. Non c’è vero sviluppo umano senza l’apporto dei più vulnerabili».

Così ieri, in Vaticano, papa Francesco ha accolto la delegazione di ministri partecipanti al G7 Inclusione e disabilità. Tra loro, anche la comasca Alessandra Locatelli, che ha avuto modo di parlare direttamente con il Santo Padre, ripercorrendo insieme le tappe del primo meeting del genere nella storia.

«Questo incontro, in occasione del G7, è un segno concreto della volontà di costruire un mondo più giusto, un mondo più inclusivo, dove ogni persona, con le proprie capacità, possa vivere pienamente e contribuire alla crescita della società. Invece di parlare di “discapacità”, parliamo di capacità differenti», ha sottolineato il pontefice nei saluti iniziali, ringraziando contestualmente il ministro Locatelli «per aver promosso questa importante iniziativa».

Un dovere comune

Facendo riferimento alla firma della Carta di Solfagnano, documento che contiene le otto priorità dei Paesi partecipanti al G7, papa Francesco ha posto l’accento sui «temi fondamentali quali l’inclusione, l’accessibilità, la vita autonoma e la valorizzazione delle persone». Secondo il magistero della Chiesa «ogni persona è parte integrante della famiglia universale e nessuno dev’essere vittima della cultura dello scarto, nessuno».

In proposito, ieri mattina in Sala del Concistoro il Santo Padre ha sottolineato l’esigenza di «servizi adeguati alle persone con disabilità»: garantirli «non è solo una questione di assistenza, ma di giustizia e di rispetto della loro dignità. Tutti i Paesi, pertanto, hanno il dovere di assicurare le condizioni perché ogni persona possa svilupparsi integralmente, in comunità inclusive». Dunque, «è importante operare insieme perché sia reso possibile alle persone con disabilità di scegliere il proprio cammino di vita, liberandole dalle catene del pregiudizio. La persona umana – ricordiamolo – non dev’essere mai mezzo, sempre fine!», ha rimarcato Bergoglio, evidenziando in particolare la necessità di «valorizzare le capacità di ciascuno, offrendo opportunità di lavoro dignitoso», oltre a spazi «per la partecipazione alla vita culturale e sportiva». Ai ministri presenti il papa ha rivolto un invito. «Vedo questo vostro lavoro come un segno di speranza, per un mondo che troppo spesso dimentica le persone con disabilità o purtroppo le manda via prima che nascano. Vi esorto a continuare su questa strada, ispirati dalla fede e dalla convinzione che ogni persona è un dono prezioso per la società».

La ricchezza è nell’incontro

E riferendosi a san Francesco d’Assisi, che tanto ha ispirato negli ultimi giorni i lavori del G7 Inclusione e disabilità ad Assisi e a Solfagnano, il pontefice ha ricordato che «la vera ricchezza si trova nell’incontro con gli altri, specialmente con coloro che una falsa cultura del benessere tende a scartare».

Grande l’emozione testimoniata, alla fine dell’incontro, dal ministro Locatelli «Ho consegnato a papa Francesco – le sue parole – la Carta di Solfagnano, sottolineando che la parte fondamentale di questo G7 non è scritta nel documento ma si è espressa attraverso le azioni, i talenti e la partecipazione di tante persone con disabilità, delle famiglie e del mondo dell’associazionismo e del Terzo settore. Il papa mi ha incoraggiata a non mollare: è quello che ho sempre fatto e continuerò a fare per promuovere sempre di più uno sguardo rivolto alle potenzialità e non ai limiti delle persone».

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