Il pasticcere di Sagnino morto in moto a Cantù: «Grande amante dello sport»

Il ricordo Gli amici della vittima: «Lo conoscevo da una vita, era sempre gentilissimo, siamo sconvolti»

L’auto di Daniele Garisci, ieri pomeriggio, era nel parcheggio di casa, posteggiata al solito posto. La saracinesca della pasticceria abbassata come ogni lunedì, giorno di riposo. Oggi, però, non si rialzerà, e lo stesso sarà nei prossimi giorni.

Daniele non tornerà alla sua solita vita, non sarà più dietro al bancone della storica attività, aperta negli anni ’80 dai genitori e che porta il nome della sorella. Nel primo pomeriggio di ieri è morto in moto, sulla Canturina, urtato da un furgone che stava sorpassando.

Il silenzio che ieri avvolgeva via Segantini, a Sagnino, era surreale. Quando la notizia della tragica morte di Garisci ha iniziato a diffondersi, nel tardo pomeriggio, chi lo conosceva stentava a credere che si trattasse davvero di lui. «Non può essere, l’ho visto stamattina, è sicuro che sia lui?» si chiedevano alcuni clienti del bar X, proprio di fianco alla pasticceria Angela. Tutti, del resto, conoscevano benissimo lui e la sua famiglia, titolare di una delle ultime attività ancora aperte a Sagnino e che porta con sé parte della storia del quartiere.

In moltissimi, negli anni, sono passati da lui per ordinare una torta, pasticcini o qualche dolce particolare. Garisci abitava nella villetta a pochi passi dalla pasticceria insieme agli anziani genitori, colpiti ora dal dolore più grande. Un grande sportivo, amante di diversi sport come kyte, windsurf e nuoto, ma anche il ciclismo tant’è che spesso, nelle pause della pasticceria, saliva in sella alla sua bici per qualche pedalata in zona.

Un uomo molto tranquillo che, da quando i genitori erano andati in pensione, gestiva l’attività di famiglia a cui aveva dedicato gran parte della sua vita.

«Tutti qui lo conoscevano – racconta Emanuele Bazzanini, residente a Sagnino – io ho ordinato pochi giorni fa la torta da lui per mia figlia e ci ho parlato domenica, non posso credere a quello che è successo. Era una persona tranquillissima e che andava spesso in bici, non beveva e non fumava. Questa pasticceria è un riferimento per il quartiere e, dopo che la sorella aveva lasciato, faceva tutto lui. So che sarebbe dovuto andare in ferie in Calabria, la famiglia è originaria di lì. Lo conoscevo da una vita, era sempre gentilissimo, siamo sconvolti».

«Io sono stato vicino di casa per vent’anni – le parole di Marco Butti, ex consigliere comunale a Como -. Una persona con un cuore d’oro e sempre disponibile in ogni istante. Ci ho passato tanti momenti insieme. Amava il kyte, windsurf, faceva lui le tavole. Non ho le parole per descrivere quello che è successo». Una morte improvvisa, difficile da accettare e che ha lasciato il segno nella sua Sagnino.

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