Il pasticcio dei letti per il Covid, la Regione convoca un vertice

Accatastati al Sant’Anna Ancora nessuna risposta ufficiale da Milano - Ma assessorato al Welfare e Aria prenderanno parte a un incontro

La Regione vuole fare chiarezza. Il caso dei 150-200 letti dell’ospedale Covid in fiera accatastati da tre anni in un padiglione dismesso dell’ex Sant’Anna sarà nei prossimi giorni al centro di un vertice convocato piuttosto precipitosamente ai piani alti di Palazzo Lombardia.

Vi prenderanno parte l’assessorato al Welfare e Aria, l’azienda regionale che si occupa degli acquisti. Sarebbe infatti Aria, a quanto si apprende, ad aver acquistato questa partita di letti nei primi mesi del 2020, avviando una procedura internazionale, quando per far fronte alla pandemia era stato allestito in tempi record l’ospedale in Fiera.

Azienda asiatica

L’importo pagato ad un’azienda asiatica (piuttosto basso secondo gli uffici per essere letti di terapia intensiva, in genere molto costosi) faceva riferimento direttamente ai fondi regionali e non alle donazioni raccolte all’epoca tramite la Fondazione di Comunità Milano. Un ente benefico che per voce del presidente Carlo Marchetti tiene a ribadire che il loro impegno era finalizzato a vigilare su trasparenza e sicurezza della raccolta fondi e non «all’acquisto, alla proprietà e alla gestione della strumentazione medica affidati agli enti pubblici competenti in materia di sanità».

Su quella fornitura di letti peraltro pende una contestazione: secondo la Regione, che ha dato mandato al proprio ufficio legale di depositare un ricorso, la strumentazione di cui erano dotati non rispondeva alle norme per un utilizzo nelle terapie intensive, ma soltanto nelle normali degenze. Il caso - che ha richiesto la traduzione degli atti vista la sua natura internazionale - sarebbe ancora pendente. Ma nel frattempo tre anni fa quei letti, senza che alla cosa venisse data evidenza pubblica, sono stati trasferiti a Como e sistemati nei vecchi padiglioni dismessi dell’ex Sant’Anna, tra la pediatria e la chirurgia. Edifici vuoti da quindici anni e usati come magazzini. Una volta che dovessero venire riabilitati all’uso, i letti in questione verranno destinati, queste almeno sono le intenzioni della Regione, al nuovo ospedale per le emergenze di Gallarate.

Nessuna conferma

Tutta questa ricostruzione è in attesa di una conferma ufficiale: dopo gli articoli comparsi nei giorni scorsi su La Provincia la Regione ha chiesto conto agli uffici coinvolti, l’idea è sedersi attorno a un tavolo per fare il punto della situazione e trovare magari una soluzione. Chiesti maggiori dettagli anche ieri come già la settimana scorsa all’assessorato al Welfare, non è stato possibile ricevere altre notizie. Gli aspetti da chiarire sono diversi, a partire dall’esatto numero di letti congelati da anni, sul tema in Regione le opposizioni e in particolare il Pd stanno preparando una interrogazione da presentare alla giunta.

In tutto questo tempo i letti al centro della vicenda sono rimasti all’interno dell’ex Sant’Anna, in uno spazio comunque presidiato. L’edificio della vecchia pediatria è chiuso, imposte e porte sono serrate, ma non è noto lo stato di conservazione del materiale: oltre ai letti ci sono anche strumenti per il monitoraggio dei pazienti.

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