Il pizzaiolo dei calciatori e le sue ceneri sparse nel lago

La storia Il ricordo di Alfonso Aimone, ovvero Alfonso di “Pulcinella”, la pizzeria di cui era fondatore, dove il suo amore per il calcio prendeva vita

«Mia moglie stava partorendo, e io le dissi: hai tre ore di travaglio? Allora riesco ad andare a vedere la partita...». Alfonso Aimone, fondatore e titolare della Pizzeria Pulcinella (ora chiusa) faceva sempre il cabaret con i clienti più affezionati, e raccontava storielle magari a metà tra realtà e fantasia, ma che servivano sempre a sottolineare il suo amore per il calcio. E rideva anche la moglie Anna.

Tifoso del Napoli ma anche del Como

Era tifosissimo del Napoli, ma piano piano diventò tifoso del Como. Del Como e della città di Como. Tanto che, ed è questa la notizia trapelata solo adesso, alla sua scomparsa (un paio di mesi fa) ha voluto far spargere le sue ceneri, non al San Paolo di Napoli e sul Vesuvio, ma sul lago di Como. La città che lo aveva adottato e dove era diventato un personaggio. Cuoco a San Giovanni vicino a Napoli, poi in Germania, infine titolare del Gorgone a Lurate, a un certo punto decise che la sua vocazione era fare le pizze. E così aprì il “Pulcinella”, nel 1984, in via Rienza. In breve diventò uno di quei luoghi cult, dove mangiare la pizza diventava qualcosa d’altro, un rito, anche perché il suo locale faceva le ore piccole. E così, come accadeva per la Grotta Azzurra, Benito o Scugnizzo, anche qui finivano per sfamarsi quelli che facevano tardi. Come pure i giornalisti de La Provincia. E Alfonso parlava di Maradona e del Napoli.

Una pizza speciale...

E serviva quella pizza speciale, dall’impasto speciale (uno dei primi a fare l’impasto alla napoletana, con la pizza morbida e il cornicione alto) e in una conformazione anche particolare, il “tagliere” che veniva portato in tavola diviso in parti di gusti differenti a scelta del cliente. Una formula che favoriva la convivialità. Sarà per questo che, a un certo punto, hanno cominciato ad arrivare gruppi di calciatori del Como: a metà Anni Novanta, e poi soprattutto nella nuova sede di via Carso, un locale molto più ampio e spazioso dove non mancavano mai le telecronache delle partite in tv.

Alfonso (che era stato amico di Pino Daniele), reduce da un trapianto di fegato nel 2002, dopo qualche anno ha mollato l’attività ai figli, ma restando comunque nel locale. Poi si è ammalato ed è deceduto in una struttura di sostegno. I figli, Chicco e Nello, a loro volta hanno chiuso l’attività per dedicarsi alla cura del papà. Ora lavorano da dipendenti in due pizzerie diverse. Portando l’arte del padre, quello della pizza alla Napoletana e di tante serate in allegria.

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