Il prezzo del panettone è in aumento: quello industriale sfiora i 9 euro

Consumi Confronto sul campo (cioè nei supermercati) tra i marchi più noti del dolce natalizio . E per il prodotto artigianale gli aumenti si attestano al 10%. Più caro del 2023 anche il pandoro

Classici, secondo la tradizionale ricetta, o nelle loro varianti ricche di creme, glassa, con o senza canditi. È ufficialmente iniziata la caccia all’offerta tra gli scaffali dei supermercati per servire in tavola il dolce tipico natalizio, che sia panettone o pandoro. E molti comaschi hanno notato un aumento del prezzo rispetto agli anni passati. Anche se, nel 2024, sembrerebbe più contenuto rispetto al 2023, stando almeno ai dati di Federconsumatori, che parla di una crescita – a livello nazionale - nei supermercati intorno al 2%.

Con la carta fedeltà

Tornando in città ed esaminando i prezzi nelle principali catene (ne abbiamo prese in considerazione sette) si nota come, quasi ovunque, sia molto conveniente avere la carta fedeltà che consente di ottenere uno sconto sul dolce fino al 40% e oltre, in alcuni casi. I prezzi di seguito si riferiscono ai prodotti classici (quindi senza creme o particolari versioni) e tenendo conto delle offerte del momento e possono quindi subire delle modifiche da qui a Natale.

Il panettone Balocco da 750 grammi parte da 2,99 euro, fino a 8,90 ma per un chilo di prodotto. Difficile trovare il Maina a meno di 5,49 euro, mentre è più economico il Paluani, che va dai 3,69 (700 g) fino a 9,98 per 900 grammi. Il Melegatti si trova a 5,59 (750 g) e a 8,90 per un chilo, quindi il Bauli che parte da 6,49 a salire. Passando al pandoro, il più economico è il Paluani che parte da 2,99 (700 g), ma buone offerte ci sono anche per il Balocco a 3,79 (1 chilo) e il Melegatti, a 3,99. Il Bauli arriva fino a poco meno di 10 euro. Prezzi per tutte le tasche quindi, pur tenendo presente il fatto che la qualità ovviamente varia da prodotto a prodotto.

«L’aumento c’è e riguarda soprattutto il listino dei prezzi dei dolci al cioccolato – spiega Mara Merlo, presidente di Federconsumatori Como - questo ha a che fare con la crisi della filiera del cacao, sulla quale ci sono quotazioni record quest’anno che hanno fatto lievitare i prezzi del 100% rispetto al 2023. L’aumento maggiore è su torroni e panettoni. Al livello nazionale siamo al più 10% per quanto riguarda i panettoni, soprattutto quelli artigianali. Nei supermercati l’aumento è più contenuto, intorno al 2%. I rincari, infatti, non riguardano solo la materia prima cacao, ma anche burro, olio, uvetta e ce n’eravamo già accorti, quindi al netto di un effetto speculativo, c’è una causa all’origine. Quello che preoccupa noi è il calo delle vendite nel settore alimentare, segno che le famiglie sono in grande difficoltà. La maggior parte, però, non rinuncerà al panettone». Caccia agli sconti, quindi.

Costi sostenibili e qualità

«Si privilegiano costi sostenibili che non sempre si accompagnano alla qualità

«In generale i rincari sono meno elevati rispetto all’anno scorso, ma eravamo anche in una spirale inflazionistica acuta – aggiunge Merlo -. Stavamo già monitorando il calo delle vendite nel settore alimentare, anche di carne e pesce: per quanto riguarda la platea che abbiamo noi, si conferma la tendenza a una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, prodotti prossimi alla scadenza. Il cittadino medio è diventato esperto circa l’orientamento su prodotti spesso di minore qualità, si privilegiano costi sostenibili che non sempre si accompagnano alla qualità».

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