Cronaca / Como città
Giovedì 12 Settembre 2024
Il Provveditore sulla chiusura di sei scuole a Como: «Scelta che capisco, distanze accettabili»
L’opinione Giuseppe Bonelli ha partecipato alla riunione tra il sindaco e i dirigenti scolastici degli istituti comprensivi cittadini interessati dalle chiusure
Ieri mattina il sindaco Alessandro Rapinese ha incontrato i presidi degli istituti comprensivi cittadini, per spiegare le motivazioni che porteranno alla chiusura di sei strutture, tra scuole e asili.
Alla riunione ha partecipato anche il provveditore Giuseppe Bonelli, che dice di comprendere le scelte del Comune. «Una razionalizzazione deve essere fatta, poi le scelte che ha fatto il Comune sono sue, non le abbiamo fatte noi, ma la distribuzione degli alunni nelle varie scuole è tale per cui ci sono molti vuoti, quindi certamente capisco che i costi di manutenzione e mantenimento di così tanti edifici con queste scoperture possano essere motivo di diseconomia e quindi loro cercano di razionalizzare la spesa – sottolinea -. È chiaro che le famiglie e il personale dovranno spostarsi e questo crea disagio, ma bisogna considerare che siamo dentro il medesimo Comune, in questo caso a distanze veramente ridotte. Ho imparato che Como è un unico Comune ma da un posto all’altro c’è parecchia distanza, qui però in alcuni casi gli spostamenti sono addirittura all’interno dei plessi del medesimo istituto comprensivo, quindi un disagio minimo. È nella legittimità del Comune farlo e nell’ordine delle cose prevederlo: se non fosse stato quest’anno, nel medio periodo avrebbero dovuto farlo comunque perché non avremmo avuto abbastanza alunni per iniziare le classi. Il piano prevede alcune chiusure quest’anno e altre l’anno prossimo, poi vedremo: certamente il calo demografico è costante, non solo su Como ma anche sugli altri Comuni. Nelle zone dell’alto lago, chiudere vuol dire davvero mettere in difficoltà, qui il territorio è molto coeso e di facile percorrenza».
E aggiunge: «Davanti a queste decisioni, per la normativa attuale, siamo chiamati a un parere obbligatorio ma non vincolante; i dirigenti scolastici daranno il parere attraverso gli organi collegiali e poi il Comune deciderà se tenerne conto. Sono il Comune, poi la Provincia e poi la Regione con le singole deliberazioni, ai tre livelli, che decideranno. Noi siamo a disposizione e cerchiamo di applicare queste decisioni con serietà, buonsenso e collaborazione».
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