Il rapinatore tradito dal modo di camminare: si nascondeva a Brescia

Il fatto Aveva tentato la rapina, pistola alla mano, nello stesso negozio in cui aveva anche fatto un colloquio di lavoro. Colto in fallo dal passo claudicante

Aveva effettuato un colloquio di lavoro proprio in quello stesso negozio che ora, pistola in pugno, voleva rapinare. Tutto era avvenuto qualche settimana prima, ma la camminata claudicante e la voce erano rimaste impresse negli occhi e nelle orecchie di un dipendente del “Brico Io” di via Provinciale per Lecco a Lipomo.

Partendo da questo elemento, i carabinieri della stazione di Albate sono riusciti a tirare il filo rosso che li ha condotti fino al nome e al cognome di un uomo che in quei giorni di ottobre, in poco più di una settimana, aveva portato a termine una tentata rapina (quella del Brico appunto) e due rapine riuscite, una al “Penny Market” di Como da 550 euro, e una a “La Piadineria” di Lipomo da 660 euro. Elementi, quelli racconti dai carabinieri, che hanno convinto il pm Michele Pecoraro a chiedere la custodia cautelare in carcere che è stata concessa dal giudice delle indagini preliminari Maria Elisabetta De Benedetto. Nei guai, accusato delle tre rapine, è finito Federico Invernizzi, 47 anni di Como, che già nella giornata di oggi verrà interrogato dal gip, assistito dall’avvocato Massimo Di Marco.

Scooter e casco in testa

Curiosa anche la dinamica che ha portato all’arresto. Il sospetto rapinatore pare avesse intuito di essere stato riconosciuto. Per questo motivo si era allontanato dalla città e da giorni era ricercato dai militari dell’Arma per l’esecuzione della misura cautelare in carcere. Decisivo è stato un contatto con una ragazza che l’indagato conosceva in provincia di Brescia, dove era anche stato localizzato il suo cellulare. Così i militari hanno iniziato degli appostamenti nel comune di Concesio, dove i tracciamenti conducevano, fino a notare un uomo con sembianze in tutto e per tutto simili al ricercato che portava a passeggio un cane. I carabinieri a quel punto sono usciti allo scoperto, l’hanno avvicinato e identificato, avendo conferma che l’uomo che cercavano era proprio quello che avevano di fronte.

Il modo di agire del rapinatore era sempre lo stesso: arrivava con uno scooter e con il volto coperto da un casco, entrava nelle attività commerciali armato di pistola e infine puntava direttamente la cassa minacciando i dipendenti. Al “Brico io”, primo colpo della serie avvenuto nel pomeriggio del 17 ottobre, aveva anche minacciato espressamente il dipendente (che poi l’aveva riconosciuto) di sparargli al volto, poi però era fuggito a mani vuote. Il sospetto investigativo è che potesse aver intuito di essere stato riconosciuto.

Il bis poco dopo

Solo un paio di ore dopo, lo stesso sospettato agiva al “Penny Market” di Como in via Zara, rapinando – sempre armato di pistola - la somma di 550 euro. Il terzo colpo per cui è sospettato è quello del 28 ottobre a “La Piadineria” di Lipomo in via Provinciale per Lecco che aveva fruttato 660 euro.

Sulle sue orme c’erano già però – fin dal primo giorno – proprio i carabinieri di Albate grazie al riconoscimento effettuato dalle vittime del “Brico” dove il rapinatore, dalla voce particolare e dall’andatura claudicante, era andato a fare un colloquio di lavoro.

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