Il re delle diecimila truffe colpisce a Como: con i suoi siti Internet ha fatto vittime in tutto il mondo

L’udienza Cittadino rumeno accusato di aver messo a segno frodi per centinaia di migliaia di euro condannato . Truffato un comasco che aveva anticipato il pagamento di 1700 euro per dei mobili che non ha mai ricevuto

Cosa saranno mai quindici giorni in più di pena – in continuazione – quando a monte c’è una condanna a 5 anni e 8 mesi? Eppure, è stata questa piccola appendice a portare a Como, con l’accusa di truffa, il caso di uno dei nomi grossi dei raggiri internazionali fatti tutti on line, con la creazione di appositi siti Internet di vendita di prodotti che servivano solo come esca per catturare vittime in tutto il mondo.

La vicenda

Si è svolto nel palazzo di giustizia lariano, di fronte al giudice dell’udienza preliminare Carlo Cecchetti, il processo con il rito Abbreviato a Florin Zaharia, rumeno di 59 anni, che ha all’attivo contestazioni per poco meno di 10mila truffe, racchiuse in un mega capo di imputazione che risale al 2016 (procura di Milano) e che aveva condotto ad una condanna superiore ai 5 anni. In quelle pagine – cento solo per elencare le accuse – si faceva riferimento a 2.962 transazioni ricostruite di pagamenti anticipati per merce mai più consegnata, più altre 5.190 frodi con pagamenti che finivano con il rimpinguare carte ricaricabili.

A questa mole enorme di contestazioni, era “sfuggita” una piccola cosa che faceva capo proprio a Como e ad un raggiro ai danni di un cittadino che nel 2017 aveva pagato in anticipo 1.700 euro per dei mobili – visionati su uno dei siti internet che l’imputato costruiva per l’occasione - che ovviamente non erano mai stati consegnati. Per questo motivo la sua posizione è finita anche di fronte al gup del Tribunale di Como che, al termine del giudizio in Abbreviato chiesto dalla difesa, ha deciso per un ulteriore aumento di una quindicina di giorni della pena che aveva già alle spalle. Anche in questo caso tutto lariano l’accusa è stata ovviamente quella di truffa.

Secondo il pm di Milano che avevano indagato sull’uomo rumeno e su una banda di complici tra l’Italia e la Romania (fu contestato il reato associativo), Florin era il «principale promotore dell’attività illecita», ruolo che «lo poneva a capo dell’organizzazione». Gestiva insomma i membri del sodalizio e si occupava direttamente anche delle attività di contraffazione dei documenti che venivano utilizzati per aprire carte dove poi far confluire i soldi dei beni che erano stati pagati in anticipo, proprio come capitato all’ignaro cittadino comasco raggirato per i suoi mobili da 1.700 euro.

Erano stati 101 i documenti falsi recuperati nel corso dell’indagine che era stata portata avanti dalla polizia postale. Le accuse del processo milanese parlavano appunto (a vario titolo tra tutti gli imputati che erano stati nove) di truffe esclusivamente on line, dell’utilizzo indebito delle carte di credito, di accessi abusivi alle home banking dei cittadini e pure – buon ultimo – di furti di identità.

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