Il recupero del Patria: ancora niente bando
e i tempi si allungano

Como Ritardi di sei mesi: progetto finale da chiudere, manca l’ok della Soprintendenza. Poi ci sarà il bando di gara da fare

Si allungano i tempi per il recupero dello storico piroscafo Patria.

Il progetto finale non è ancora chiuso definitivamente, serve l’ok della Soprintendenza e poi dovrà essere fatto il bando di gara per l’assegnazione dei lavori. Lo slittamento in avanti ha superato i sei mesi (la pubblicazione del bando era infatti attesa per l’autunno scorso, poi posticipata all’inizio di quest’anno), ma ci sono ancora molti adempimenti di portare a termine e poi molto dipenderà da intoppi e rallentamenti che potranno accadere durante le diverse fasi propedeutiche al via ai lavori o in corso d’opera. Questo vuol dire che la possibilità possa tornare a navigare l’anno prossimo, quando compirà cento anni, così come era stato indicato più volte, si allontana (a meno di forti accelerazioni al momento non prevedibili).

Le parole della Navigazione

«Gli interventi di recupero del piroscafo Patria – ribadiscono dalla Navigazione - rappresentano un impegno che il nostro ente intende portare a termine con la massima determinazione. Non appena ricevute le dimissioni dell’ingegner Oteri abbiamo provveduto infatti alla contestuale nomina del nuovo Rup (responsabile unico del procedimento, ndr) onde evitare qualsiasi ritardo circa il prosieguo del progetto». Poi entrano nel merito della situazione: «Attualmente siamo a lavoro sugli aspetti più tecnici-progettuali. I suggerimenti pervenuti a seguito dell’incontro pubblico dello scorso novembre (quando venne presentato ufficialmente il progetto con l’obiettivo del ritorno alla navigazione nel 2026, ndr), non certamente di banale entità, hanno comportato una necessaria verifica di fattibilità e successive interlocuzioni di merito con la Soprintendenza per valutarne un possibile accoglimento. Come ben sappiamo tutti i lavori per recuperare un patrimonio storico della portata del Patria, tenuto inattivo per anni ed in condizioni fatiscenti, possono avere in sé degli imprevisti affrontabili solo in corso d’opera. Il piroscafo risulta in una situazione di danneggiamento delle strutture esterne che impone già ora una attenta analisi previsionale di ciò che potremo ritrovare una volta avviate lavorazioni più profonde».

I passi da compiere

Le cose, insomma, sono più complicate del previsto e questo avrà, ovviamente, ripercussioni sui tempi pianificati.

Dalla Navigazione sull’iter da seguire e sulla relativa tempistica dicono non forniscono indicazioni certe, ma spiegano che «definiti i dovuti step progettuali, verrà redatto il documento esecutivo nei minimi dettagli e sulla base di questo documento, ottenuta l’approvazione definitiva da parte della Soprintendenza potremo bandire la gara ad evidenza pubblica per l’avvio dei lavori come previsto dalla normativa vigente».

Tutte operazioni, tenendo conto che richiedono valutazioni di organi diversi, che non si può pensare avvengano nell’arco di settimane. Alla gara dovrà poi seguire la verifica delle offerte, l’assegnazione e la firma del contratto. Insomma, si arriverà facilmente all’estate per avere il bando, se non oltre. Il Patria è un bene storico e tutelato che, nel corso degli anni, ha affrontato diverse traversie rischiando, negli anni Duemila, di finire rottamato se non fosse stato per la mobilitazione della Famiglia Comasca, poi accolta dalla Provincia che acquistò il piroscafo per la cifra simbolica di un euro.

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