Super dirigente, dubbi sulla procedura: e ora il Comune chiede aiuto a Cantù

Il caso Dopo l’intervento della Corte dei conti, Como scrive all’altro Comune per rimediare - La risposta: atti del 2023, non si può sistemare «ora per allora». Ieri l’architetto era in ufficio

Il nodo venuto al pettine in questi giorni sul caso del super dirigente alle Opere pubbliche Luca Noseda ha una storia lunga. E mentre in questi giorni il dirigente è ancora operativo all’interno di Palazzo Cernezzi, (a differenza di quanto era trapelato in un primo momento, è stata sospesa la sua retribuzione, ma il dirigente ha continuato a lavorare, tanto che ieri era regolarmente in Comune), per risalire alle radici della vicenda che ha portato la Corte dei Conti a fare rilievi sulla sua posizione, si deve tornare indietro a gennaio 2023.

Cosa prevede la legge

Quando sul tavolo della giunta canturina, guidata dal sindaco leghista Alice Galbiati, arriva una comunicazione partita da Palazzo Cernezzi. La comunicazione informa che Noseda, allora assunto a Cantù, a seguito della partecipazione a un bando che nel maggio 2022 gli aveva permesso di assurgere al ruolo di dirigente, aveva vinto nel frattempo un altro bando indetto dal Comune di Como.

Nella comunicazione si fa anche sapere che il Comune di Como e il sindaco Alessandro Rapinese, interessati ad assumere il tecnico, lo avrebbero fatto entrare in organico già dal 1 febbraio dello stesso anno.

La legge, in casi come questo (bisogna fare riferimento alle norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e al decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 30), prevede che l’amministrazione di appartenenza fornisca l’assenso al trasferimento, nel caso in cui il dipendente pubblico sia assunto da meno di tre anni. Nulla osta che però, all’epoca dei fatti, da Cantù non arriva.

Il tentativo di accordo

Tra la comunicazione di Como e il diniego di Cantù, però, bisogna collocare anche un tentativo di accordo tra i due sindaci, poi andato in fumo. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, infatti, Piazza Parini ha proposto di “condividere” la figura di Noseda, chiedendogli di portare a termine la complessa e strategica partita di Cantù Arena (tenendo conto del fatto che la giunta di Galbiati, a febbraio 2023, era peraltro quasi arrivata a fine mandato) e contemporaneamente prestare già servizio a Palazzo Cernezzi per qualche ora a settimana, in accordo con l’istituto di comando. La proposta però non è stata accolta, portando così allo step successivo della vicenda. Il dirigente, arrivati a questo punto, si trasferisce di propria volontà a Palazzo Cernezzi, dove entra in organico a marzo 2023, dunque senza ottenere l’assenso di Cantù, come richiede la legge, e senza dare il preavviso richiesto.

Ed è proprio su quest’ultimo passaggio che la Corte dei Conti ha voluto fare verifiche, tanto che risulta che tra le due amministrazioni, negli ultimi giorni, sia avvenuto un ulteriore scambio di comunicazioni. Palazzo Cernezzi, con l’obiettivo di sanare la posizione di Noseda, ha chiesto di dare «ora per allora» il nulla osta al trasferimento del dirigente, richiesta che a Cantù si è scelto di rispondere negativamente, trattandosi di atti del 2023 e quindi non più modificabili.

Il nodo della questione, ora, è legato al tipo di irregolarità che Palazzo Cernezzi si trova a dover sanare e alle conseguenze che questa vicenda potrebbe avere.

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