Il supplente sospeso: «Segnalato alle scuole di tutta Italia»

Abusi sessuali Il giovane professore comasco è accusato di aver chiesto sesso in cambio di voti buoni

«La ragazza è stata coraggiosa a denunciarlo e la Procura tempestiva nell’intervenire. Quel supplente era stato preso con le “messe a disposizione”, torniamo al solito problema della carenza di personale».

Così il provveditore di Como Giuseppe Bonelli commenta la brutta vicenda del supplente di 26 anni di un liceo in città, ora indagato per violenza sessuale e per istigazione alla corruzione dopo l’accusa mossa da due studentesse. Attraverso l’utilizzo delle chat social, in particolare Instagram, l’insegnante – secondo l’accusa - avrebbe cercato di cambiare il proprio rapporto con due delle sue studentesse, promettendo voti alti e aiuti in cambio di prestazioni sessuali.

Nei giorni scorsi l’Ufficio scolastico provinciale ha ricevuto, dal Tribunale, il provvedimento della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’insegnamento per la durata di un anno. «Non lavora più per noi, era una Mad (un’istanza informale che i dirigenti scolastici possono utilizzare nel caso di graduatorie esaurite, per la nomina dei docenti, ndr) preso quindi con le “messe a disposizione”. Noi abbiamo aperto un procedimento disciplinare anche se attualmente non è più qui. Ci siamo anche premurati di informare le scuole di tutti i provveditorati italiani, segnalando quello che si contesta a questo individuo. Queste sono le accuse, se si dovessero rivelare infondate ripristineremo, ma siccome la segnalazione ci viene dalla Procura, abbiamo ritenuto opportuno avvisare tutti che a questa persona non possono essere fatti contratti finché non si chiarirà la sua posizione».

E aggiunge: «Ci vuole molta attenzione anche da parte delle famiglie verso i ragazzi e le proposte che ricevono: purtroppo questi ragazzi sono raggiungibili attraverso strumenti che prima non c’erano e questo tipo di relazione si può instaurare in maniera completamente segreta. Bisogna vigilare sui rapporti che i propri figli hanno e anche noi sul nostro personale, qui comunque l’attenzione c’è stata. Ripeto, se si è costretti a prendere gente in questo modo, il rischio aumenta».

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