Il vescovo alla Via Crucis con i ragazzi: «Ogni giorno si deve vivere la croce»

Fede Il cardinal Cantoni: «Dobbiamo eliminare parole come nemico, antipatico, indifferenza...»

Il Crocifisso miracoloso ha fatto da punto di arrivo della Via Crucis dei giovani che si è tenuta lunedì sera con il cardinale Oscar Cantoni e in questi giorni centinaia di comaschi si riversano nel santuario di viale Varese portando avanti un rito che va avanti ormai da secoli. Due le domande (che, come ha spiegato, gli hanno sottoposto i ragazzi del “Sicomoro”, comunità di accompagnamento vocazionale per gli adolescenti) a cui ha cercato di rispondere: “Che senso ha vivere la via Crucis oggi, questa sera, insieme?” e “Come si fa a vivere concretamente nel quotidiano la Croce del Signore?”.

«Siamo qui perché, di anno in anno, approfondiamo un po’ di più la nostra relazione con il Signore e con quanti credono in lui - ha detto il vescovo ai ragazzi -. Riviviamo, di anno in anno, i sentimenti del Signore e li approfondiamo, facendoli nostri. Non partecipiamo, quindi, da distaccati, freddi uditori di un testo che viene proclamato». E ancora: «Ti sentirai parte di tutti i crocifissi di questo mondo, in particolare di questo popolo che desidera seguire Gesù, senza tuttavia nascondergli le ferite e le fragilità nelle quali tutti siamo immersi». Questo con un invito a mettersi in gioco: «Chi segue Gesù fa parte di questo popolo che non può continuamente solo lamentarsi del mondo che va male, della aggressività che si moltiplica, della guerra che distrugge. Facciamo anche noi la nostra parte, impegniamoci a vivere controcorrente, ossia con lo stile della Croce del Signore».

E come si vive ogni giorno la Croce? «Impara a eliminare dal tuo modo di pensare, prima che di agire, queste parole: nemico, estraneo, straniero, schiavitù, ma anche antipatico, super dotato, indifferenza, eternamente giovane, e simili. Sono queste le espressioni da bandire, prima di tutto sul nostro cuore, quindi dalla nostra bocca - prosegue il vescovo -. Queste parole sono proprie del mondo, che esalta i potenti, i vincitori, i soli ricchi, i fortunati, che esclude i poveri, gli esclusi e cose del genere. Il mondo di Dio ha ben altre preferenze, sono quelle di Gesù, che con la sua croce ha esaltato gli umili, ha dichiarato beati quelli che fanno la pace e diffondono a tutti misericordia e perdono».

Ecco quindi come «siamo tutti invitati, nel nostro quotidiano, a portare la nostra croce, ossia a utilizzate quotidianamente le situazioni come vere opportunità per amare, per donare, per servire i fratelli e le sorelle che ci vivono accanto, senza illudersi di servire meglio altrove e con persone diverse da quelle che il Signore ci ha donato». Un portare la croce che si traduce in espressioni come «dono, gratuità, corresponsabilità servizio e quindi anche vicinanza, compassione, tenerezza». La basilica del Crocifisso con il rito del “bacio” (in realtà si può solo toccare) resterà aperta 6.30 alle 22 fino a domani compreso e venerdì mattina.

Le prossime celebrazioni

Domani, Giovedì santo, sono in programma diverse celebrazioni con il cardinale in Duomo. Alle la 10 messa del “Crisma” e alle 18 ci sarà la “Cena del Signore” con la lavanda dei piedi. Venerdì invece alle 15 la processione con il Crocifisso miracoloso da viale Varese e, alle 18, la solenne azione liturgica in Duomo.

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