Il vescovo e l’esempio del giudice Livatino:
«Testimone autentico»

La mostra in Tribunale Uomo di fede e magistrato, fu ucciso dalla mafia ad Agrigento nel 1990. Monsignor Cantoni: «Chi serve la causa comune non perda mai il sapore della speranza»

Un giudice davanti al quale qualunque avvocato e persona vorrebbe trovarsi. Così è stato definitivo Rosario Livatino, magistrato siciliano ucciso ad Agrigento nel 1990 dalla criminalità organizzata, al quale è dedicata una mostra esposta nell’atrio del Tribunale, visitabile fino a domenica. Presenti all’inaugurazione le istituzioni comasche, dalla politica alle forze dell’ordine, insieme ai relatori che hanno raccontato la figura del “giudice ragazzino”.

Livatino, proclamato beato, è stato un uomo di grande fede, tant’è che ogni mattina si fermava in chiesa a pregare e si rivolgeva a Dio per chiedere aiuto per lo svolgimento del suo compito. Da qui il titolo della mostra (“Sub tutela Dei”) e la presenza al convegno del cardinale Oscar Cantoni. «Livatino diventa un modello di vita – sottolinea il vescovo - San Paolo VI dice che la società ha bisogno di testimoni credibili e autentici, come è stato lui. Questo è l’augurio che voglio fare a chi è a servizio della causa comune, ciascuno con i propri compiti, impegnato nel servizio della magistratura. Non perdete mai il sapore della speranza».

L’esposizione è divisa in quattro settori con pannelli descrittivi e interviste.

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