Il vescovo ucraino di Kharkiv a Como: «Troppe bombe»

Fede L’incontro con il cardinal Cantoni, e con la Caritas comasca: «La mia città è stata duramente colpita dalla guerra»

Il legame tra il territorio comasco e l’Ucraina dopo il 24 febbraio si è fatto sempre più stretto, a partire dalla forza di volontà di quei cittadini che per volontariato sono partiti più volte per raggiungere le popolazioni colpite dalla guerra e dalla sofferenza.

Ed è proprio grazie a questo legame che in questi giorni Vasily Tychapets, vescovo della Chiesa greco cattolica di San Nikola Taumaturgo a Kharkiv, cittadina dell’Ucraina orientale che oggi si trova a poche decine di chilometri dal fronte bellico, è in visita sul territorio diocesano, fino al 7 settembre. A invitarlo qui a Como e a organizzarne soggiorno e incontri, pubblici e privati, sono stati i volontari di Frontiere di Pace, gruppo con sede nella parrocchia di Maccio, impegnato ormai da più di due anni in missioni umanitarie in Ucraina, rese possibili grazie al contatto con il vescovo di Kharkiv.

Dopo il primo incontro di domenica presso la chiesa Santa Maria Assunta di Villa Guardia, il vescovo Tychapets ha incontrato il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, insieme ai volontari comaschi e a padre Ivan Pakiv. «È stato un incontro molto importante – ha commentato cardinal Cantoni -, in uno stile di ascolto, accoglienza e fraternità. In particolare vorrei condividere il ringraziamento che ho ricevuto per la tanta attenzione e sensibilità per la situazione in Ucraina da parte di molteplici realtà della nostra Diocesi, come il gruppo di Maccio, insieme con tanti altri come quelli che fanno riferimento alla parrocchia di Rebbio. In questo momento è indispensabile continuare a pregare per la pace in Ucraina, in Medio Oriente e ovunque la guerra porti divisione, morte e distruzione».

I bombardamenti e i profughi

Dopo l’incontro della delegazione ucraina che ha accompagnato il vescovo con il direttore della Caritas diocesana, Rossano Breda, e con la referente dell’area internazionale Anna Merlo, il vescovo Tychapets ha portato il proprio ringraziamento e quello della chiesa greco cattolica ucraina alla Diocesi di Como e ai volontari comaschi che da due anni sostengono con missioni umanitarie, di vario genere e in varie parti del Paese, le popolazioni colpite dalla guerra. «La situazione nella città di Kharkiv e nei villaggi al confine con la Russia – ha raccontato il vescovo Tychapets– è molto difficile a causa dei continui bombardamenti che si sono intensificati nelle ultime settimane. Rifugiati continuano a lasciare i centri di confine per cercare riparo in città e vengono a bussare alle porte della nostra Chiesa in cerca di aiuto».

Kharkiv, città che soffre

Sono circa cinquecento le famiglie che vengono sostenute settimanalmente dalla Chiesa di Kharkiv, grazie anche agli aiuti in arrivo da Como. «Prima della guerra la città di Kharkiv aveva due milioni di abitanti, oggi siamo meno di un milione contando anche le migliaia di profughi presenti. Ma la città vive, vuole sopravvivere – ha concluso il vescovo – anche se non è facile. La preoccupazione è per l’arrivo dell’inverno che qua è molto rigido per questo motivo vi chiedo di non smettere di aiutarci».

Al termine dell’incontro c’è stato uno scambio di doni con il direttore della Caritas diocesana Rossano Breda a suggellare un gemellaggio che continuerà nei prossimi mesi. «Siamo noi a ringraziarvi – ha commentato Breda – per la vostra presenza tra noi perché mettersi in ascolto dei testimoni cambia il nostro modo di guardare alla realtà. A nome della Caritas diocesana posso dire che continueremo a stare al fianco del popolo ucraino sia continuando il nostro impegno nell’accoglienza dei cittadini ucraini in Diocesi di Como sia sostenendo gli interventi dei volontari di Frontiere di Pace».

© RIPRODUZIONE RISERVATA