Imprese e ’ndrangheta: «I clan mirano al Lario ma ci sono gli anticorpi»

Festa dei carabinieri La celebrazione per i 210 anni. Il comandante: «Dobbiamo cogliere i segnali di allarme». Tra le preoccupazioni le baby gang e le truffe agli anziani

Fari puntati su baby gang e devianza giovanile, truffe agli anziani, ma anche reati da codice rosso (maltrattamenti e violenze contro le donne e le fasce deboli) e una particolare attenzione alla lotta allo spaccio nei boschi e al crimine organizzato. Sono i temi toccati alla festa dei Carabinieri, che quest’anno compiono 210 anni.

Una celebrazione ospitata in riva a Cernobbio. Presenti le autorità cittadine sia politiche sia delle forze dell’ordine, con il cardinale e vescovo di Como Oscar Cantoni, e il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta. E si è rivolto proprio al prelato il comandante Provinciale di Como, il colonnello Giuseppe Colizzi, nel ricordare un suo discorso alla città di Como in occasione della festa del patrono.

«Ci aveva invitato a contrastare la diffusione della solitudine e dell’indifferenza, perché la “malattia della solitudine, comporta un costo sociale” - ha ricordato Colizzi - Ebbene la mera apparenza porta alla solitudine, e questo è inconciliabile per un soldato della legalità che invece vede nel gruppo la sua forza. Proprio la consapevolezza di essere carabiniere e vivere in comunità, tra commilitoni e tra la gente, sprigiona quella forza misurata in 210 anni di storia».

La giornata si è aperta con il ricordo dei militari caduti in servizio Doriano Furceri (comandante stazione di Asso) e del maresciallo Sebastiano D’Immè. «Il sacrificio di Doriano e Sebastiano è ben chiaro a tutti noi. E’ una bussola per i giovani neo-arruolati».

Poi il discorso si è concentrato sui numeri e sulle problematiche: «In provincia di Como siamo presenti in 30 comuni con 3 Compagnie, un Nucleo, una Tenenza, 28 Stazioni cui si aggiungono 7 Nuclei Carabinieri Forestali per un totale di circa 500 uomini e donne. I reparti sono stati fortemente impegnati negli ultimi 12 mesi su variegati fronti – ha ricordato il colonnello - Nel contrasto alla criminalità predatoria tra cui l’odioso fenomeno delle “truffe agli anziani”, ma anche nel contrasto allo spaccio, con particolare riferimento alle aree boschive, senza dimenticare la tutela delle fasce deboli». Solo nei boschi, con l’aiuto dei “Cacciatori”, sono stati 36 gli arrestati con oltre 5 chili di stupefacente sequestrato.

Il passaggio principale è stato però rivolto alla lotta alla criminalità organizzata: «In provincia prosegue una silenziosa raccolta informativa in materia di crimine organizzato – ha detto Colizzi - Siamo tutti convinti e consapevoli che questa meravigliosa terra disponga degli anticorpi per respingere fenomeni di infiltrazione e radicamento, manifestatisi concretamente negli ultimi anni. Ma siamo altrettanto convinti che un’imprenditoria geniale e laboriosa come quella lariana sia una delle frontiere maggiormente a rischio. È allora dovere delle Istituzioni controllare e cogliere anzitempo i segnali».

Infine i numeri degli interventi: in un anno sono state 72.676 le chiamate di emergenza, con 17.496 denunce. Sono state 51.891 le persone controllare, 34.319 i veicoli, 324 gli arrestati e 3.143 gli indagati con oltre 68 chili di sostanza stupefacente sequestrata.

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