Cronaca / Como città
Mercoledì 04 Dicembre 2024
In aumento i casi di demenza: nel Comasco sono oltre 11mila
Salute Sempre più numerosi gli over 65 con diagnosi di Alzheimer o simili - Il neurologo: «Ai nostri ambulatori pazienti con malattia ormai avanzata»
Como
Sono 11.347 i comaschi over 65 con una diagnosi di demenza, in larga parte Alzheimer. Si tratta di numeri che sono molto cresciuti negli ultimi anni e che sono destinati a crescere ancora. Tra il 2036 e il 2037 per la prima volta a Como e provincia ci saranno più over 75 che under 20.
In Lombardia le persone interessate da una demenza sono poco meno di 190mila, un dato che da inizio millennio è aumentato di oltre il 100% in relazione all’avanzamento dell’età media. A Como come detto le diagnosi sono 11.347, più che a Lecco (6.492) o a Sondrio (3.551), ma meno che a Varese (17.489) o a Monza (16.078). Il problema è che secondo le stime regionali, diffuse durante un recente convegno promosso da Motore Sanità, a livello lombardo ci sono altre 160mila persone con un declino cognitivo lieve, cittadini che devono cercare di contrastare l’insorgenza di problemi peggiori nei prossimi anni. Di questi 9.600 circa abitano nella nostra provincia. Sommati ai casi conclamati si arriva al 3,5% sul totale della popolazione. Dunque il problema è destinato in futuro ad aggravarsi.
E del resto basti pensare che la forbice tra i giovani e gli anziani continua ad assottigliarsi e tra poco più di un decennio la bilancia potrebbe ribaltarsi. Oggi nel Comasco abitano 102mila under 20, mentre gli over 75 sono 75.005. Stando alle proiezioni dell’Istat nel 2036 i residenti in provincia under 20 saranno 89.498 mentre gli over 75 saranno 89.278, invece nel 2037 arriveremo a contare 89.273 under 20 e 91.143 over 75. Più anziani che giovani.
Il legame tra le varie forme di demenza e l’avanzare dell’età non è certo matematico, si tratta di patologie che però come immaginabile sono molto più frequenti nella fascia di popolazione anziana. Alla luce di questi numeri, secondo l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, intervenuto al convegno di Motore Sanità, «servono nuovi percorsi, nuove procedure, nuovi sistemi per l’accesso alle cure di una platea di persone che sta aumentando in modo esponenziale». La Regione con le Ats e le Asst intende in particolare puntare sulla prevenzione.
«Ma non siamo tanto preparati – commenta il neurologo comasco Mario Guidotti – non intercettiamo i primi segnali del decadimento cognitivo, quando invece in quel momento sarebbe possibile frenare se non stabilizzare l’aggravamento della patologia. Ai nostri ambulatori arrivano in larga parte pazienti con una malattia ormai grave già nella fase dell’assistenza, casi complicati da gestire a casa. Anziani e famiglie tendono a minimizzare, rinviano. Ma non è una questione d’età, spesso c’è una malattia che può essere diagnosticata e combattuta. Basterebbe fare dei semplici test. Dovremmo anzi farli a tappeto come facciamo con gli screening al colon e alla mammella. Sarebbe così possibile rallentare gli esiti, un fatto cruciale visto l’invecchiamento della popolazione».
Occorre poi interrogarsi sulla sostenibilità sanitaria, sociale ed economica di una società che pende sempre di più dalla parte della terza età.
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