In bici sul Lario, il libro dei pionieri

In edicola con “La Provincia” dal 22 ottobre al 7 gennaio il reportage dedicato al Lago di Como dai primi cicloturisti nel 1898. Opera di una eccezionale coppia di americani - lei scrittrice e lui disegnatore - finora inedita in Italia

Ci sono alcuni libri straordinari sul Lago di Como, che nessun comasco ha - o aveva - mai letto. Per il semplice motivo che non erano mai stati tradotti e pubblicati in Italia. È il caso di “A zonzo sul Lago di Como” di Mary Shelley, ovvero il tomo del reportage di viaggio in più volumi “Rambles in Germany and Italy”, in cui l’autrice di “Frankenstein” racconta le esperienze vissute durante il suo soggiorno comasco di due mesi del 1840. A distanza di 180 anni, nel 2020, l’associazione Sentiero dei Sogni ha “colmato la lacuna”, pubblicandolo a cura di chi scrive e di Claudia Cantaluppi, bravissima traduttrice dall’inglese, e mettendo a disposizione dei lettori una guida in appendice al testo, per ritrovare i luoghi lariani che Mary e suo marito, il grande poeta romantico Percy Shelley, hanno trasformato in letteratura.

Gli autori

“Grand Tour in bicicletta tra il Lario e le Alpi” (New Press Edizioni), il volumetto degli americani Elizabeth Robins e Joseph Pennell in edicola a 8,30 euro con il nostro quotidiano da oggi al 7 gennaio, segue quel filone e non è meno prezioso del libro della più famosa Shelley. Partiamo dagli autori: Elizabeth Robins (Filadelfia, 21 febbraio 1855 - New York, 7 febbraio 1936) è stata una scrittrice e giornalista dotata di una prosa raffinata, ma anche agile e ironica, degna erede delle migliori firme femminili delle generazioni precedenti (non a caso esordì con una biografia della madre della stessa Mary Shelley, la filosofa Mary Wollstonecraft). Joseph Pennell (Filadelfia, 4 luglio 1857 - New York, 23 aprile 1926) fu un litografo e illustratore tra i più noti del suo tempo, amico e illustratore dei libri di George Bernard Shaw, Robert Louis Stevenson, Henry James e Oscar Wilde.

Elizabeth e Joseph si conobbero nel 1882, lavorando insieme a un articolo su Filadelfia per la rivista newyorchese “The Century Magazine”. Un paio d’anni dopo si sposarono, si trasferirono a Londra e acquistarono un velocipede a due posti con cui cominciarono a girare il mondo. Da noi hanno avuto una “botta di notorietà” solo nel 2002 quando Sellerio pubblicò “L’Italia il velocipede”, la traduzione del primo e più noto libro dedicato al nostro paese dai due cicloturisti creativi, ma limitato a Lazio, Toscana e Umbria.

Il viaggio

Erano ormai una coppia di mezza età, ma sempre straordinaria, quando nel 1898 Elizabeth e Joseph esplorarono i laghi del Nord Italia e le Alpi. Qui giunsero non con il triciclo dei viaggi precedenti, bensì con le prime safety bike, antesignane delle moderne biciclette nella forma, ma molto più pesanti e senza cambi.

Nel libro in edicola con “La Provincia” vi proponiamo la traduzione integrale di “Italy’s garden of Eden”, il viaggio dei Pennel sui laghi lombardo-ticinesi, che non è mai stato tradotto in italiano e se ne offre una versione che integra le due diverse stesure che gli autori pubblicarono in volume nel 1927 e, prima, sul “Century illustrated magazine” (1901). In appendice abbiamo aggiunto due testi legati al lago di Como tratti da altri loro libri: uno sul percorso dal Lario allo Spluga da “Over the Alps on a bicycle”, volume di cui l’editore Archinto propose l’edizione integrale nel 2002, l’altro da “The life and letters of Joseph Pennell” invece parimenti inedito in Italia.

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