In Comune niente certificato incendi. Denuncia al sindaco e dodici dirigenti

L’inchiesta Vigili del fuoco e Ats a Palazzo Cernezzi per formalizzare le contestazioni. Se l’amministrazione correrà ai ripari gli indagati potranno oblare ed evitare la condanna

Il Comune di Como non ha la certificazione obbligatoria richiesta per la prevenzione del rischio di incendi. E moltissimi settori non hanno neppure il documento di valutazione del rischio, pure questo un obbligo di legge in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il comando provinciale dei vigili del fuoco di Como e il personale di Ats Insubria hanno chiuso la loro indagine dopo il sopralluogo di inizi ottobre. E hanno formalmente contestato all’amministrazione la violazione delle norme di sicurezza.

L’accesso a Palazzo Cernezzi di due pompieri e di due addetti di Ats, nella giornata di mercoledì, non è passato inosservata. I quattro pubblici ufficiali cercavano il sindaco, Alessandro Rapinese, e dodici dirigenti in servizio nella sede principale del Comune per formalizzare una doppia contestazione: l’assenza del certificato prevenzione incendi, ovvero la garanzia che sia rispettata la normativa in materia di prevenzione del rischio di roghi, la cui responsabilità è formalmente in capo al sindaco. L’assenza di questo documento, cinque anni fa, aveva causato - tanto per fare un esempio - la chiusura del cinema Astra (chiusura, peraltro, firmata dallo stesso Comune).

A carico dei dirigenti, invece, è scattata la contestazione di non aver aggiornato - o non aver proprio predisposto in maniera esaustiva - il Documento di valutazione dei rischi, che serve a tutelare i dipendenti di una realtà produttiva o di un ente pubblico. Si tratta di un documento nel quale si dà atto di aver fatto una valutazione attenta di tutti i potenziali rischi per i lavoratori con le regole da seguire per scongiurarli.

Le contestazioni

Sulle prime è girata la notizia in base alla quale i dirigenti e il sindaco sarebbero stati destinatari di una sanzione pecuniaria. In realtà la vicenda è penale e tira in ballo la Procura della Repubblica.

L’assenza o il mancato aggiornamento dei due documenti sono, infatti, reati. Che possono, però, essere “oblati”, ovvero è possibile estinguere il reato pagando una sanzione pecuniaria. Ma questo può essere fatto solo ed esclusivamente nel momento in cui i documenti mancanti siano stati finalmente predisposti.

Le prossime tappe

Nel caso del Documento di valutazione dei rischi, l’aggiornamento è potenzialmente veloce e agevole. Diverso è il discorso del Certificato di prevenzione incendi.

Si ricorderà, forse, che anche il Teatro Sociale incappò nella stessa identica contestazioni. Per mettersi in regola la società dei Palchettisti dovette mettere mano al portafogli rivolgendosi a professionisti che predisponessero il progetto per mettere in sicurezza la struttura. E, successivamente, pure per far effettuare i lavori necessari ad aggiornare la struttura così da renderla sicura sul fronte incendi.

Stessa cosa toccherà fare anche al Comune, che quasi certamente dovrà intervenire a livello strutturale, prima ancora che burocratico. Tradotto: mesi e mesi di lavoro. Ma, di fronte alla questione sicurezza, vigili del fuoco e Ats non intendono concedere sconti.

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