Dal lago al rubinetto: in una caverna ci sono i segreti dell’acqua di Como

Il reportage Viaggio dentro la centrale del Baradello. L’ex rifugio antiareo oggi dà da bere a un’intera città. Pescata a Villa Geno, ecco come viene resa potabile

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Una storia lunghissima che unisce l’era glaciale, i bunker antiaerei, il lago e arriva, ogni giorno, nelle case di tutti i comaschi semplicemente aprendo il rubinetto. È il viaggio nella centrale di potabilizzazione dell’acqua nascosta nel cuore della collina del Baradello che, quotidianamente, garantisce l’acqua a 83mila abitanti del capoluogo grazie a un percorso fatto di tubazioni che si snoda lungo 300 chilometri. La stessa distanza che c’è tra Como e Venezia.

La visita

Ieri sono stati circa 250 i visitatori dell’impianto che hanno partecipato all’Open day della centrale di Lereti, società che fa parte del gruppo Acinque vedendo con i loro occhi come viene prelevata l’acqua dal lago (il punto di “pescaggio” è nella piazza di Villa Geno) e, soprattutto, come viene trasformata per diventare potabile e come viene successivamente distribuita entrando in una caverna piena di segreti. Un impianto interamente automatico, comandato da remoto e sorvegliato a distanza attraverso un sistema di telecontrollo, che ad agosto ha compiuto i 23 anni di attività.

«L’apertura – spiega Maurizio Facchini, responsabile degli impianti – risale all’agosto 2001 ed è stato realizzato all’interno della montagna del Baradello e, più precisamente, in un ex rifugio antiaereo poi ampliato con l’estrazione di circa 35mila metri cubi di roccia. Le opere di scavo, realizzate da un’impresa norvegese, sono durate sei mesi e successivamente, in un anno e mezzo, sono state completate tutte le infrastrutture, le vasche e gli impianti». Attorno alla caverna, lunga circa 120 metri e alta 18, si trova il terreno formato da gonfolite, stratificazione di ciottoli di roccia di era glaciale poi opportunamente rivestita e isolata, ma ancora visibile in una speciale finestrella. Il viaggio inizia con l’ingresso dell’acqua del lago («migliore di quella di falda in quanto senza calcare») all’impianto, attraverso un sistema di pompaggio da Villa Geno (a 130 metri dalla riva e 45 metri di profondità con una temperatura tra i 10 e i 12 gradi). Ci sono due vasche, ciascuna da 600 metri cubi dove viene avviato il processo di potabilizzazione in grado di gestire 600 litri al secondo.

Il trattamento dell’acqua

Ogni anno vengono trattati 10 milioni di metri cubi. La prima operazione è la pre-ossidazione con ozono per ridurre la carica batterica e viene poi dosato il policloruro di alluminio per addensare la torbidità dell’acqua. A quel punto il nostro virtuale bicchiere d’acqua viene filtrato lentamente su un doppio strato di sabbia e pomice per eliminare le impurità superficiali. L’operazione avviene dall’alto in basso e l’acqua va in una ulteriore vasca dove viene sottoposta a ozonizzazione ad alta concentrazione (in dieci minuti è assicurata la completa disinfezione). L’ozono, materiale pericoloso per l’uomo, viene inviato a un forno che a 400 gradi disgrega le molecole di ozono rilasciando al suo posto ossigeno. Si passa così alla filtrazione sui carboni attivi che eliminano l’ozono residuo. Prima di poter essere distribuita l’acqua viene sottoposta a un processo di disinfezione finale utilizzando il biossido di cloro e la soda caustica per la regolazione del Ph. A quel punto i maxi tubi pompano l’acqua nel grande serbatoio di Como centro e alle due reti di Como est e Como sud. In tutta la città si trovano inoltre una trentina di serbatoi aggiuntivi che servono i diversi quartieri.

In ogni fase della potabilizzazione vengono effettuate le singole analisi ed è tutto monitorato in una grande sala controllo che consente, in caso di anomalie, di visionare ogni parte del processo con i dati storici e la situazione in tempo reale. In caverna non manca un’area destinata allo stoccaggio dell’acqua (in sacchetti di plastica con all’interno sali d’argento) in caso di emergenza. Ne vengono tenuti circa 18mila a cui, ovviamente, se fosse necessario, si aggiungerebbero le autobotti.

Dal lago al rubinetto: in una caverna ci sono i segreti dell’acqua di Como. Video di Gisella Roncoroni

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