Incidente a Brienno. Burak, tradito a 21 anni dall’amore per le auto

Il ricordo Lo zio: «Era tranquillo, non beveva nè fumava». Un amico: «Quasi timido, non amava fare festa». Le esequie a Sivas, in Anatolia, da dove arriva la famiglia

«Quando nacque, Burak venne alla luce prima di tutti, al settimo mese di gravidanza. Ora se n’è andato prima di tutti». Lo zio Husein ha gli occhi lucidi. È in piedi, fuori dalla piccola sala di via Marco Cumano, a Muggiò, dove è in corso un momento di preghiera della comunità turca locale, straziata dalla notizia nella morte del ragazzo di 21 anni Burak Koybasi, nato e cresciuto a Rebbio, dove aveva studiato prima di trovare lavoro, di recente, in Svizzera.

Famiglia molto nota

«Era un ragazzo tranquillo, bravo – continua parlando del nipote – Non beveva, non fumava, aveva una grande passione per i motori, per le macchine». Ed è questo un tratto distintivo che torna tra chi conosceva il giovane, figlio di una famiglia molto nota all’interno della comunità turca comasca e non solo, anche perché il padre Aydin anni fa aveva aperto e gestito la pizzeria “La Scogliera” in via Varesina all’intersezione con via Collina, sempre a Rebbio. Qui anche Burak era cresciuto nel quartiere, con una sorella di poco più piccola. Il padre, chiuso il locale, era sempre rimasto nel mondo della ristorazione, e ancora oggi lavora in un ristorante del centro storico. Burak aveva invece un’altra passione, quella delle macchine. Aveva studiato per fare il meccanico, poi proprio di recente aveva trovato un impiego in Canton Ticino.

Nel piazzale del centro culturale dove gruppi di persone stanno convergendo per partecipare al momento di lutto della comunità turca, con auto a riempire il piccolo parcheggio, e mentre dall’interno giungono le preghiere per Burak, lo zio Husein stringe mani, le condoglianze portate da chi conosceva quella famiglia ormai stabilmente inserita in città.

«Non lo conoscevo benissimo perché sono di un’altra generazione, più grande – dice un ragazzo, anche lui turco, anche lui residente a Rebbio – Però conosco bene la famiglia, e di riflesso anche Burak. Non era un festaiolo, era un ragazzo che definirei tranquillo, quasi timido, con quella passione per le auto che mostrava ovunque». Ed è impossibile non pensare ai social del giovane, alle sue foto sempre accanto ad una quattro ruote.

La preghiera

«Apparteniamo ad Allah e a Lui ritorneremo – ha scritto sui social la Ditib di Como, l’associazione culturale islamica che ieri ha ospitato la preghiera per Burak, come già era accaduto il giorno precedente, alla notizia dello schianto mortale – A nome dell’associazione auguriamo la misericordia per i defunti e la pazienza ai suoi parenti».

La famiglia è originaria dalla città di Sivas, nel centro dell’Anatolia. Ed è lì che dovrebbe essere portato Burak, una volta che dalla Procura di Como arriverà il nulla osta dopo l’effettuazione dell’autopsia. La fine di un viaggio, «iniziato presto», ripete lo zio ricordando la nascita anticipata del nipote, ma finito anche troppo presto, ad appena 21 anni, lungo quella strada che in una notte di inizio novembre ha accolto l’ultimo frammento di una vita interrotta all’improvviso, al volante di quelle auto che Burak tanto amava.

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