All’Insubria chiudono tre scuole di medicina

Istruzione Il Ministero non rinnova l’accreditamento. Via chirurghi plastici,medici legali e dermatologi

Raffica di scuole di specializzazione medica chiuse, all’università dell’Insubria ne saltano tre. Addio a dermatologia, chirurgia plastica e medicina legale. Il Ministero ha deciso di non rinnovare l’accreditamento a ben 41 scuole di specializzazione di medicina. Il motivo principale è l’insufficienza dei volumi di attività, la mancanza degli standard previsti per legge e la carenza di personale docente. La suddivisione delle chiusure nei vari atenei è piuttosto omogenea rispetto alle facoltà italiane. Nel lungo elenco si legge per quanto riguarda l’università dell’Insubria la chiusura della scuola di specializzazione in chirurgia plastica, della scuola di dermatologia e quella di medicina legale.

La scelta viene applaudita dalle due principali sigle che rappresentano i neo dottori, ovvero Anaao Giovani e l’Associazione liberi studenti. Queste due realtà hanno inoltrato diverse segnalazioni evidenziando i limiti della proposta formativa e l’obbligo di rispondere a precisi criteri. Non solo, i medici in formazione hanno annunciato una serie di prossime visite a sorpresa per verificare requisiti e normative. Non di rado i nuovi dottori denunciano condizioni critiche di lavoro nei reparti, tirocini con turni pesanti.

Più in generale, riguardo le scuole di specializzazione, ci sono settori della medicina molto gettonati i cui posti vanno sempre esauriti, tra questi figurano anche dermatologia e chirurgia plastica. Le ragioni sono economiche, con la libera professione i guadagni sono elevati. Mentre altre scuole di specializzazione restano vuote, sono pochi i medici che si candidano a diventare per esempio specialisti di Pronto soccorso o di anestesia, perché non è consentito lavorare anche privatamente e perché le notti e la pressione in ospedale sono faticose. Dunque il ministero ha tentato di riequilibrare l’offerta aumentando i posti per la medicina d’urgenza, mentre ha ridotto un poco i posti in altre più attrattive scuole. Il problema di fondo però resta perché i nuovi giovani medici che stanno scegliendo la loro strada sono per numero inferiori ai banchi messi a disposizione.

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