Invalsi, alle medie insufficiente il 30%. Bene le superiori: secondi in Lombardia

Scuola I dati che fotografano il livello dell’apprendimento: progressi rispetto al post Covid - I prof: «I test sono positivi ma il livello degli studenti peggiora. Matematica meglio di italiano»

In provincia di Como, nell’anno scolastico 23/24, il 30,1% dei ragazzi in uscita dalla terza media non ha raggiunto le competenze adeguate per quanto riguarda italiano, con un peggioramento dell’1,2%. Va meglio in quinta superiore, dove il dato si attesta al 27,5%, ma soprattutto segna un calo dell’8,1% rispetto all’anno 20/21, in periodo post Covid dunque.

Per quanto riguarda matematica, il dato di terza media è del 32,6%, uguale a tre anni prima, mentre per la quinta superiore è di 28,5%, con un calo del 7,7%.

L’esito dell’apprendimento

Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto degli Invalsi, ovvero le rilevazioni che misurano gli esiti di apprendimento conseguiti dagli allievi a livello nazionale. La situazione generale riporta dati più incoraggianti al nord con un divario rispetto al sud e, nella nostra provincia, un miglioramento rispetto al periodo di didattica a distanza. Le sensazioni tra presidi e docenti sembrano incoraggianti.

«Già l’anno scorso c’era stata una ripresa – evidenzia Nicola D’Antonio, preside del Giovio - noi abbiamo avuto risultati positivi sia nel biennio che per le quinte. Sicuramente c’è una difficoltà nel metodo di studio e questo vuol dire che nel biennio la scuola superiore deve trasmettere competenze che fino a qualche anno fa davamo per scontate, ora non lo sono. Questo credo che derivi da una trasformazione a livello generale, sono generazioni che cambiano davanti ai nostri occhi con modalità e stimoli diversi. Sono ragazzi svegli, ai quali bisogna approcciarsi con modalità diverse rispetto a prima. Io comunque sono ottimista».

«Noi ogni anno notiamo che le nostre classi hanno un risultato superiore alla media – sottolinea Michaela Taddei, prof di matematica alla Magistri - Osserviamo però, come docenti, che il livello dei ragazzi sta calando sempre più rispetto a diversi anni fa. Sia in entrata che in uscita, in passato il livello era più alto. Ci sono carenze e non riusciamo a capire come mai, anche se cerchiamo di andargli incontro. Forse è per una mancanza di metodo di studio, non lo consolidano, devono imparare di più a ragionare: si va dai motivi personali a chi racconta di aver cambiato diversi docenti. Dobbiamo comunque notare che i risultati degli Invalsi sono buoni, anche se a volte non siamo contenti degli alunni. Dal Covid c’è senz’altro stato un miglioramento, ora possiamo seguirli in presenza ed è molto meglio».

Progressi in inglese

«Quello che noto - spiega Flavia Campione, docente dell’istituto comprensivo di Prestino e che da sempre analizza i dati degli Invalsi - è che negli anni sia alla primaria che alla secondaria sono migliorati i risultati in inglese, penso anche a seguito della digitalizzazione della scuola e questa abitudine a navigare su siti da parte dei ragazzi li ha portati a una confidenza con la lingua – è la sua riflessione - Un altro dato, evidente soprattutto nel nostro istituto, è un progresso di alcune classi in matematica, mentre in italiano siamo abbastanza in linea, ma comunque i risultati sono positivi. Notiamo una forte differenza tra i plessi, soprattutto dove c’è un’alta concentrazione di stranieri. Molti ragazzini di seconda generazione, comunque, sono motivati e hanno risultati notevolissimi».

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