Invalsi, i dati comaschi: quasi superato in classe l’effetto della pandemia

Scuola L’apprendimento registra una calo alle primarie - Ma per medie e superiori la curva delle competenze ha ormai annullato il gap della didattica a distanza

Un progressivo miglioramento, dopo il picco negativo post pandemia, in tutti i gradi di istruzione.

Questo quanto dimostrano i dati degli Invalsi in provincia di Como, elaborati nelle ultime ore dall’Ufficio scolastico territoriale. La situazione non è ancora tornata quella del periodo pre Covid, ma già rispetto all’anno scorso si nota un trend in crescita.

Gli Invalsi sono prove che si svolgono a livello nazionale e che misurano l’apprendimento di alcune competenze fondamentali. Sono rivolte a tutti gli studenti che frequentano le seguenti classi: seconda e quinta elementare, terza media, seconda e quinta superiore.

Andamento medio

I risultati elaborati dall’Ufficio scolastico, naturalmente, rappresentano l’andamento medio, tant’è che ogni scuola ha esiti differenti, che cambiano addirittura di classe in classe: come hanno evidenziato i docenti stessi, molto dipende anche dal background degli alunni, soprattutto se si tratta di studenti stranieri che hanno ancora qualche difficoltà con la lingua.

Al netto di tutte le riflessioni del caso, comunque, le tabelle dicono questo: per quanto riguarda la seconda della scuola primaria, il punteggio medio è in miglioramento rispetto all’anno scorso sia per italiano che per matematica, anche se il calo è evidente rispetto a quattro anni fa. Un discorso simile vale per la quinta elementare, dove invece inglese segna i migliori risultati dall’anno 20/21.

Passando alla terza media, italiano è la materia più zoppicante: i ragazzi risentono di difficoltà a comprendere i testi e spesso hanno una carenza di proprietà lessicale. Anche qui va invece molto bene per quanto riguarda inglese, così come matematica che segna il picco positivo.

Migliorano i risultati di italiano passando in seconda superiore e i ragazzi non sembrano avere problemi nemmeno con matematica. In quinta, infine, sono più positivi i risultati in tutte le discipline, non solo rispetto all’anno scorso, ma anche al periodo di pandemia. Chi sembra aver risentito maggiormente degli effetti del Covid sono quindi i bambini di elementari e ragazzi delle medie.

«Non è un giudizio»

«Piano piano stiamo recuperando il gap degli anni della pandemia – conferma il provveditore Giuseppe Bonelli - ovviamente sui livelli terminali, quindi medie e superiori, i bambini delle primarie sono entrati dopo e quindi il problema non è legato a quello. In ogni caso, non prendiamo i dati come un giudizio sul nostro lavoro: i livelli di apprendimento non sono condizionati solo dalle capacità dei docenti, ma anche da fattori di altra natura. Chiaramente dicono che il sistema risponde e che c’è un’offerta formativa che mette i ragazzi in condizione di raggiungere dei risultati accettabili; noi facciamo il possibile e quando il sistema risponde bene, non possiamo che essere soddisfatti».

E conclude: «Ogni scuola poi farà le proprie valutazioni: questa è una media. Io continuo a consigliare ai dirigenti scolastici di ragionare su questi dati presentandoli anche all’utenza, soprattutto se sono buoni, poi ognuno si muoverà come meglio crede». Le sensazioni, dunque, sono positive: dopo il crollo attribuito agli effetti della pandemia, finalmente iniziano a vedersi nella nostra provincia segnali di ripresa anche se, ammette qualche docente, le conseguenze della dad e dell’isolamento non sono ancora del tutto smaltite.

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