Cronaca / Como città
Giovedì 04 Agosto 2022
«Io, vittima di Tiziana.Gocce nell’aranciata e poi mi ha derubato»
La rapina Parla un comasco presunta vittima della donna cresciuta a Rebbio: «Capogiri dopo la bibita, mi sono addormentato subito, poi collana sparita e ho scoperto un prelievo dal conto»
«Ha iniziato a girarmi la testa, non riuscivo a stare in piedi. L’ho guardata e le ho detto: “Ma mi hai drogato?”. Lei mi ha risposto: “Ma no, cosa stai dicendo? Starai facendo una congestione”». È il racconto di un sessantasettenne comasco, una delle presunte vittime di Tiziana Morandi, 47 anni, cresciuta a Rebbio, arrestata dai carabinieri di Bellusco con l’accusa di aver narcotizzato e derubato sei uomini. Al termine delle indagini, coordinate dalla procura di Monza, è stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e portata a San Vittore. Avrebbe agganciato le vittime anche via social, come ci ha spiegato il sessantasettenne comasco (per leggere la sua testimonianza, basta registrarsi gratuitamente al nostro sito cliccando qui). A lui Tiziana Morandi avrebbe sottratto una collana e 250 euro.
«L’avevo conosciuta via Facebook – ci ha raccontato telefonicamente – Abbiamo iniziato a chattare, fino a quando lei mi ha chiesto d’incontrarci». Così è stato. «Era il 2021, periodo del lockdown, si poteva viaggiare solo fino alle 18». I due non erano soli. «Sono passato a prenderla e poi siamo andati in un centro commerciale vicino a Roncello, dove abita. C’erano due suoi amici. Abbiamo bevuto qualcosa, parlato e poi l’ho riaccompagnata a casa». Lei ha iniziato a raccontarsi: «Diceva di essere un’operatrice sanitaria in ospedale e stava vedendo di aiutare dei bambini. “Mi puoi dare qualcosa se vuoi”, disse. Ma avevo trovato sospetto che una sconosciuta mi chiedesse soldi al primo incontro, così l’avevo liquidata dicendo “La prossima volta vediamo”». Da quell’incontro passeranno diversi mesi. «Un giorno mi scrive un messaggio per un altro appuntamento, ma sono in ferie. Mi richiama dopo 15 giorni. È molto insistente, ma io non ero stato colpito dal primo incontro. Lei però ha continuato a insistere e alla fine ho accettato».
L’appuntamento è stato a casa di lei. «Sono entrato nella sua villetta e mi ha offerto da bere». Qui il comasco rallenta nel ricordo: «Forse sono stato un po’ ingenuo, non me l’aspettavo una cosa del genere». Quello che racconta poi ha dell’incredibile: «Mi ha preparato un’aranciata. Non l’ha fatto davanti a me, ma in cucina». La donna gli dice una frase che lo colpisce. «Mi dice “Ho problemi di stomaco, sto mettendo delle gocce di medicina nel bicchiere”. Forse stava mettendo le mani avanti. Se fossi entrato in cucina, l’avrei trovata con le gocce in mano, ma mi aveva già spiegato il motivo. Io però ero in sala, ho bevuto l’aranciata con del ghiaccio e dopo dieci minuti ha iniziato a girarmi la testa». Il sessantasettenne si sente male. «Non mi reggevo in piedi, mi sentivo stordito. Le ho chiesto: “Mi hai drogato?”. Lei mi ha risposto: “Ma no, cosa stai dicendo? Forse stai facendo una congestione, ti faccio stendere sul letto”». Sul letto ci è rimasto tutta la notte. «Rammento solo che lei mi ha detto “Esco, torno tra dieci minuti”. E giusto in quell’oretta dal mio conto sono stati prelevati 250 euro da una banca di Roncello».
«Ormai era sera e mi sono buttato sul letto. Quando mi sono svegliato, ho notato che la mia collana non c’era più»
La mattina lei lo sveglia, lui sta ancora male, lo invita a restare ma l’uomo torna a casa in auto con non poche difficoltà: durante il tragitto è costretto a fermarsi. Si addormenta ancora. Arriva a casa e sta ancora male. «Ormai era sera e mi sono buttato sul letto. Quando mi sono svegliato, ho notato che la mia collana non c’era più». C’erano agganciati una croce d’oro e le fedi dei genitori. «Chiamo lei, penso di averla persa a casa sua. Vado nella sua villetta, mi aiuta a cercarla, ma non c’è». Sette giorni dopo si accorge dell’ammanco sul conto corrente, un prelievo da 250 effettuato da un bancomat di Roncello. «A quel punto mi sono presentato dai carabinieri e ho sporto denuncia». Il sessantasettenne comasco ora prova rabbia: «Sono stato preso in giro e derubato».
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